Almeno sei persone sono state uccise in un attacco in una moschea vicino a Herat, nell’ovest dell’Afghanistan

Persone che pregano in una moschea di Kabul, in Afghanistan, lo scorso marzo (EPA/SAMIULLAH POPAL/ANSA)
Persone che pregano in una moschea di Kabul, in Afghanistan, lo scorso marzo (EPA/SAMIULLAH POPAL/ANSA)

Lunedì vicino a Herat, in Afghanistan, un uomo armato è entrato in una moschea e ha iniziato a sparare contro le persone che pregavano al suo interno, uccidendone almeno sei. L’attacco è stato compiuto lunedì sera verso le 21 locali (le 18:30 italiane). Secondo il canale di news afghano Tolo, la moschea era frequentata da membri della minoranza musulmana sciita, che è stata spesso bersaglio di attacchi da parte dello Stato Islamico in Afghanistan, un gruppo sunnita. L’attacco non è ancora stato rivendicato, ma si sospetta che possa essere stato organizzato e compiuto proprio dall’ISIS.

Quando tornarono al potere, nell’agosto 2021, i talebani (un gruppo sunnita) promisero che avrebbero protetto le minoranze religiose ed etniche. Secondo tutti gli osservatori che si occupano di diritti umani però il governo ha fatto ben poco per mantenere questa promessa, e negli ultimi anni sono stati compiuti vari attentati. L’attacco più noto legato all’ISIS dalla presa di potere dei talebani risale al 2022, quando almeno 53 persone – tra cui 46 ragazze e giovani donne – furono uccise in un attentato suicida in un centro educativo in un quartiere sciita di Kabul. L’attacco non fu rivendicato, ma i funzionari talebani incolparono l’ISIS.

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