L’Antitrust ha avviato un’indagine nei confronti di Enel per non aver comunicato correttamente gli aumenti dei costi ai consumatori

(Getty)
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Lunedì l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) – abitualmente chiamata Antitrust – ha aperto un’indagine nei confronti dell’Enel, l’ex compagnia statale dell’elettricità ora partecipata dallo Stato al 23,6 per cento, per la possibile violazione degli articoli 20, 24 e 25 del Codice del Consumo. L’AGCM ha detto che, da gennaio, ha ricevuto più di 600 segnalazioni da parte di singoli consumatori e imprese che lamentavano di avere ricevuto delle bollette molto onerose per le forniture di gas e di energia elettrica.

Le segnalazioni si riferivano alle bollette ricevute nel quadrimestre ottobre 2023 – gennaio 2024, che sono state molto più onerose rispetto a quelle ricevute nello stesso periodo dell’anno precedente (e quindi nel quadrimestre ottobre 2022 – gennaio 2023). Consumatori e imprese, ha fatto sapere l’AGCM, hanno «sostenuto esborsi quadruplicati o quintuplicati rispetto al passato» senza ricevere alcuna comunicazione ufficiale da parte di Enel: di conseguenza, non hanno potuto esercitare il diritto di recesso, né scegliere un diverso fornitore.

Dopo che l’inizio dell’indagine è diventato di pubblico dominio, Enel ha scritto in una nota di «aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa primaria e di settore, nonché della disciplina contrattuale», e che «confida di poter dimostrare la piena correttezza del proprio operato nel prosieguo del procedimento».

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