Le indagini sugli abusi e i maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria di Milano

Tredici agenti sono stati arrestati e altri otto sospesi, in quello che la giudice per le indagini preliminari ha definito un «sistema consolidato di violenze» ai danni dei detenuti

(ANSA/Andrea Fasani)
(ANSA/Andrea Fasani)
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Lunedì 13 agenti di polizia penitenziaria sono stati arrestati con l’accusa di aver commesso violenze e maltrattamenti nei confronti dei detenuti nel carcere minorile (o “istituto penale per minorenni”) “Cesare Beccaria” di Milano. Di questi, dodici erano ancora in servizio presso l’istituto. Altri otto agenti che in passato avevano lavorato al Beccaria sono stati sospesi, e quattro sono indagati ma per ora non risultano sottoposti a provvedimenti restrittivi o disciplinari. Le indagini sono state condotte dalla procura di Milano a partire da alcune segnalazioni presentate dalle madri dei detenuti, dalle psicologhe in servizio nel carcere e dal Garante dei diritti dei detenuti per il comune di Milano, Francesco Maisto.

Secondo l’accusa, un gruppo di agenti avrebbe abusato fisicamente e psicologicamente di almeno 12 detenuti minorenni. I maltrattamenti sarebbero cominciati nel 2022 e sarebbero stati compiuti soprattutto nelle stanze senza telecamere, per esempio nelle celle di isolamento oppure nell’ufficio del “capoposto”, il responsabile del turno di guardia, in modo che non ci fossero prove. Nell’ordinanza con cui ha disposto le misure cautelari contro gli agenti arrestati, la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Stefania Donadeo ha scritto che all’interno del carcere ci sarebbe un «sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo» compiuti dagli agenti ai danni dei detenuti minorenni.

Alcuni episodi violenti sono emersi anche grazie alle testimonianze rese dai detenuti alle autorità, che in parte sono state diffuse dai giornali. Le violenze, sia fisiche che psicologiche, sono state descritte in modo particolarmente crudo: secondo le testimonianze gli agenti ammanettavano i ragazzi con le mani dietro alla schiena, in modo che non potessero proteggersi (uno di loro ha detto di essersi slogato la spalla in questo modo), li prendevano a calci, pugni e anche frustate fino a farli sanguinare, li minacciavano e li insultavano con espressioni razziste, spesso senza reali motivazioni. «Dalla bocca perdevo sangue, piangevo perché mi hanno dato tante botte. Quella notte non ho dormito, mi facevano male le costole, i denti, la testa. Mi hanno detto: ritira la denuncia o avrai problemi», ha detto alle autorità uno dei detenuti, citato da Repubblica.

Un ragazzo ha detto che a novembre del 2022, accusato di aver causato un incendio nella sua cella, fu ammanettato da sette agenti, preso a calci e pugni e poi mandato in isolamento in una cella senza materasso, lenzuola o cuscini. Un altro detenuto ha detto di essere stato portato in una cella di isolamento, denudato e picchiato ripetutamente da un gruppo di sei agenti, come ritorsione per aver reagito alle molestie sessuali di un altro agente.

Gli agenti sottoposti alle misure cautelari sono accusati, tra le altre cose, di maltrattamenti a danno di minori, anche mediante omissione (cioè non facendo nulla per impedire il presunto reato commesso dai colleghi, pur essendone a conoscenza), aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, aggravate dai motivi abietti e futili e concorso nel reato di falso ideologico (quello che si commette dichiarando il falso in documenti amministrativi ufficiali). Fra gli otto agenti sospesi c’è anche Francesco Ferone, l’ex comandante della polizia penitenziaria nel carcere Beccaria, che secondo l’accusa avrebbe agevolato e coperto le violenze.

Gli abusi sono emersi anche grazie alla collaborazione del nuovo direttore del Beccaria, Claudio Ferrari, in carica dallo scorso dicembre. Nelle intercettazioni della procura, gli agenti indagati lo accusavano di voler collaborare con le autorità per fermare le violenze. «Io non so il direttore perché si è svegliato in questo modo (…) dice che sta prendendo provvedimenti seri, si sta scaricando le telecamere e tutto», ha detto il 9 marzo uno degli agenti arrestati. «Tu sei il direttore, tu ci devi proteggere, punto», ha aggiunto.

A dicembre del 2022 si parlò del Beccaria a causa dell’evasione di sette ragazzi detenuti in custodia cautelare per reati come furti e rapine. Evasero nel pomeriggio del 25 dicembre, ma tutti furono riportati in carcere nei giorni successivi.