Jolene Jolene Jolene Jolene

Storia e interpretazioni dietro la canzone più famosa di Dolly Parton, che in oltre cinquant'anni è stata rifatta un sacco di volte, ora anche da Beyoncé

Dolly Parton e Miley Cyrus nel 2019 (Emma McIntyre/Getty Images for The Recording Academy)
Dolly Parton e Miley Cyrus nel 2019 (Emma McIntyre/Getty Images for The Recording Academy)
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La cover della canzone “Jolene” di Dolly Parton è stata forse la più discussa e recensita dell’ultimo disco della popstar statunitense Beyoncé, uscito venerdì. Dell’album, Cowboy Carter, si è parlato moltissimo in tutto il mondo, oltre che per le normali attenzioni che Beyoncé riceve dai media ogni volta che fa qualcosa di nuovo, anche perché è il risultato di un’inaspettata svolta verso la musica country. Non ha particolarmente sorpreso invece che Beyoncé abbia deciso di rifare proprio “Jolene”, una delle canzoni più amate e rappresentative di questo genere musicale, e a cui sono state dedicate decine di cover anche molto famose.

Nel 1973 Dolly Parton scrisse e fece uscire “Jolene”, che dopo più di cinquant’anni continua a riscuotere lo stesso successo anche tra i giovani che la scoprono per la prima volta, non senza tentativi di dare al celebre testo interpretazioni nuove e “moderne”. La cover cantata nel 2012 da Miley Cyrus, di cui Parton è tra l’altro la madrina, è diventata virale online (su YouTube è stata ascoltata 451 milioni di volte) ed è tornata a circolare di recente, quando le due l’hanno cantata insieme durante un concerto di fine anno. Quest’anno Parton ha cantato “Jolene” anche insieme ai Måneskin, il gruppo italiano più ascoltato all’estero, per una versione “deluxe” del suo ultimo album Rockstar.

Il testo di “Jolene” è una specie di disperata preghiera che Parton rivolge a una donna di bellezza «senza pari», Jolene appunto, perché non “rubi” il suo uomo. Parton ha raccontato di averla scritta perché poco dopo essersi sposata con l’attuale marito Carl Dean notò che l’addetta della sua banca, una donna dai capelli rossi, flirtava spesso con lui. Disse poi che quando la scrisse il marito «era molto imbarazzato perché non era niente di così serio: ero solo gelosa perché era una bella donna, e lui stava solo flirtando. Ma mi ha dato una grande idea per una canzone». Il nome Jolene però le venne in mente in un altro momento, disse: un giorno, dopo una puntata del programma televisivo di musica country “Porter Wagoner Show”, una bambina dai capelli rossi andò a chiederle l’autografo e le disse di chiamarsi Jolene. Parton pensò che fosse un bel nome e per non dimenticarlo continuò a ripeterlo nella mente, finché non si accorse di star creando un ritornello.

In un’intervista disse di aver scritto “Jolene” nello stesso giorno in cui scrisse “I Will Always Love You”, che è probabilmente l’altra sua canzone più famosa, soprattutto dopo la cover che ne fece Whitney Houston nel 1992. Entrambe le canzoni sarebbero poi rientrate nell’album che uscì nel febbraio del 1974, intitolato proprio Jolene. “Jolene” è oggi al 63esimo posto della classifica della rivista specializzata Rolling Stone delle 500 canzoni migliori di tutti i tempi (aggiornata nel 2021) ed è stata rifatta da artisti di mezzo mondo e in moltissime lingue.

– Leggi anche: “I Will Always Love You”, anche dopo cinquant’anni

In un articolo recente il Los Angeles Times ha citato tra le molte la versione in finlandese della cantante Vicky Rosti, e una serie di trasposizioni in spagnolo, dal merengue delle Chicas del Can alla cumbia colombiana di Chiquis Rivera e Becky G. Quest’ultima versione poi fu cantata da Rivera e Dolly Parton dal vivo in due lingue.

Tra le cover più famose in inglese, oltre a quella di Miley Cyrus e ora Beyoncé, ci sono quella dei White Stripes, di Olivia Newton-John e di Lil Nas X. Sono uscite poi anche alcune canzoni in risposta a “Jolene”, come quella presentata dal gruppo country Chapel Hart nel 2022 al programma America’s Got Talent, intitolata “You can have him, Jolene” (puoi averlo, Jolene). Parton mostrò grande apprezzamento per questa canzone, di cui scrisse sui social «che versione divertente!».

Parton ha sempre mostrato un generale entusiasmo per le cover di “Jolene”, e le ha spesso cantate dal vivo con i rispettivi artisti. In passato tra l’altro Parton aveva detto che le sarebbe piaciuto sentire una versione della sua canzone fatta da Beyoncé, visto che è una grande fan della sua musica. Il giorno dell’uscita della canzone di Beyoncé ha pubblicato sui suoi canali social un messaggio che diceva: «Wow, ho appena ascoltato “Jolene”. Beyoncé sta dando a quella ragazza del filo da torcere e se lo merita!». In effetti nella versione di Beyoncé – che in generale non ha ricevuto critiche particolarmente positive – il testo è un po’ diverso dall’originale e Beyoncé è meno indulgente nei confronti di Jolene di quanto lo era stata originariamente Parton.

Anziché «Jolene ti sto implorando, per favore non prendere il mio uomo», Beyoncé canta: «Jolene ti avviso, non avvicinarti al mio uomo». Il testo di Beyoncé è in generale molto più perentorio nei confronti della donna a cui si rivolge («non ti conviene farmi arrabbiare, Jolene», «la tua serenità dipende dalle tue mosse, Jolene»), mentre il testo originale di Parton è molto diverso, un elogio alla bellezza di Jolene (i capelli rossi ramati, la pelle avorio, gli occhi verdi) con cui Parton «non può competere» e a cui non resta che implorarla con belle parole. Tra gli altri, il critico musicale Chris Willman ha fatto notare su Variety che «eliminare tutta la vulnerabilità» rende la canzone meno potente.

Quello di Parton è un approccio effettivamente insolito per una canzone che parla di un tradimento, un filone che in inglese viene definito “cheating song” e che ha solitamente toni più aggressivi. La canzone di Parton è così focalizzata sulla bellezza e il potere di Jolene, e fa leva così insistentemente su una sorta di solidarietà femminile, che recentemente molti giovani commentatori hanno diffuso online un’interpretazione secondo cui sarebbe in realtà una canzone d’amore verso Jolene. Questa interpretazione ha avuto successo online anche perché Parton è diventata negli anni un riferimento per la comunità gay e delle drag queen. In un’intervista recente Parton però ha risposto alla teoria dicendo che «beh, immagino potrebbe esserlo [una canzone d’amore]; se sei una donna lesbica potresti pensarlo, io non stavo pensando affatto a quello quando l’ho scritta, ma va bene».

Nella puntata del podcast Dolly Parton’s America del 2019 dedicata a Jolene, Tokyo Sexwale, che fu per alcuni anni detenuto insieme a Nelson Mandela, raccontò che un giorno le guardie gli permisero di far sentire della musica nell’altoparlante della prigione e che lui scelse “Jolene”: «amava “Jolene”, non c’è essere umano che non possa essere colpito da “Jolene”».

Lo scorso febbraio la regista francese Justine Triet, vincitrice del premio Oscar 2024 per la miglior sceneggiatura originale per Anatomia di una caduta, ha raccontato che la canzone che viene usata a ripetizione nella scena iniziale del film avrebbe dovuto essere “Jolene” e non “P.I.M.P.” di 50 Cent come poi è stato. Triet ha detto di non essere riuscita a ottenere i diritti per usarla, e di essere rimasta molto contrariata anche perché nelle scene del film ambientate in tribunale aveva previsto un dialogo incentrato sull’analisi della canzone. «Penso che sarebbe stata una canzone aggressiva, perché la sentiamo ripetuta un sacco di volte», ha detto in un’intervista: «Ma è allo stesso tempo anche abbastanza divertente, no?».