Alla Camera dei deputati è stata bocciata la mozione di sfiducia contro Matteo Salvini

(Fabio Frustaci/ANSA)
(Fabio Frustaci/ANSA)

Mercoledì sera alla Camera è stata bocciata la mozione di sfiducia nei confronti del vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti Matteo Salvini con 211 voti contrari, 129 favorevoli e 3 astenuti. La mozione era stata presentata il 23 febbraio scorso dai capigruppo di quasi tutti i partiti di opposizione: riguardava i rapporti tra la Lega e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, e su alcune reiterate manifestazioni di vicinanza al regime di Putin espresse da Salvini, che secondo i proponenti getterebbero discredito sul governo italiano.

Nelle ore precedenti al voto la Lega aveva fatto circolare una nota in cui diceva che «la guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani». La Lega ha detto anche che con l’inizio della guerra in Ucraina sarebbero decaduti gli accordi internazionali che aveva stretto con Russia Unita, nonostante in precedenza il partito non avesse mai parlato di questa interruzione dei rapporti.

La bocciatura della mozione era piuttosto prevedibile: delle 82 mozioni di sfiducia individuali contro un singolo componente del governo presentate in parlamento nella storia repubblicana, e delle 39 che sono state effettivamente discusse dalle aule di Camera e Senato e su cui si è votato, una sola ha avuto esito positivo, comportando dunque le dimissioni del ministro oggetto della mozione. Questo dato si spiega alla luce di una verità banale: e cioè che a presentare le mozioni di sfiducia contro i ministri sono sempre i partiti di opposizione, che però nelle aule parlamentari sono in minoranza, per cui è ovvio che non abbiano la forza e i numeri per far approvare la loro richiesta di dimissioni.

Giovedì si voterà invece la mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè: nel suo caso le dimissioni sono richieste sulla base delle diverse vicende giudiziarie che la vedono coinvolta e che riguardano la sua attività di imprenditrice, svolta prima di entrare al governo. Anche in questo caso una bocciatura è molto probabile.

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