Vinícius Júnior e il razzismo negli stadi, ancora

Il calciatore brasiliano del Real Madrid ha pianto in conferenza stampa parlando degli insulti razzisti che ha ricevuto negli ultimi mesi e ha raccontato di aver pensato di andarsene dalla Spagna

(Oscar J. Barroso/AFP7)
(Oscar J. Barroso/AFP7)

Lunedì, durante la conferenza stampa prima dell’amichevole tra Spagna e Brasile che si giocherà martedì alle 21:30 a Madrid, l’attaccante brasiliano del Real Madrid Vinícius Júnior si è messo a piangere parlando dei plateali insulti razzisti che gli sono stati rivolti negli ultimi mesi durante diverse partite della Liga, la massima divisione del campionato di calcio spagnolo.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Vinícius ha detto che «sopportare tutto questo è estenuante, perché ti senti solo» e ha fatto sapere di avere presentato diverse denunce nei confronti delle persone che lo hanno insultato, ma che in tutti i casi finora «nessuno è stato punito». Ha anche raccontato che, a un certo punto, aveva pensato di lasciare il campionato spagnolo per la frequenza con cui sono avvenuti episodi di questo tipo nei suoi confronti, ma che alla fine ci aveva ripensato perché quella decisione avrebbe significato «dare ai razzisti ciò che vogliono».

«Resterò, perché così i razzisti potranno continuare a vedere la mia faccia. Sono un giocatore coraggioso, gioco per il Real Madrid e vinciamo molti titoli, e questa cosa non piace a molte persone», ha detto Vinícius. «Sto perdendo sempre più la voglia di giocare, ma continuerò a combattere», ha aggiunto. La partita tra Brasile e Spagna di martedì fa parte di una campagna contro il razzismo denominata “One skin” (“Una sola pelle”).

Vinícius è da tempo oggetto di insulti razzisti in vari stadi spagnoli, specialmente quando il Real Madrid, la sua squadra, gioca fuori casa. Non è l’unico giocatore nero in squadra, ma è il più bravo, quello più in vista e il più distinguibile in campo, anche per il suo stile di gioco spettacolare e per le sue esultanze creative, a cui talvolta il pubblico avversario risponde con insulti interpretandole come provocazioni. A gennaio del 2022 gli ultras dell’Atletico Madrid, la rivale cittadina del Real Madrid, avevano appeso un manichino nero con la sua maglia giù da un ponte, insieme a uno striscione che diceva: «Madrid odia il Real».

Nel febbraio dello scorso anno, proprio in seguito ai numerosi insulti rivolti a Vinícius negli stadi spagnoli, la Liga aveva peraltro introdotto nuovi metodi di prevenzione e controllo, aumentando per esempio il numero di suoi delegati tra gli spettatori negli stadi per individuare meglio la provenienza di eventuali cori razzisti. Aveva poi incoraggiato i club a usare più risorse per risolvere il problema.