Il caso della scuola di Pioltello che chiuderà per la fine del Ramadan

L'Iqbal Masih in provincia di Milano sospenderà le lezioni il 10 aprile: il ministro dell'Istruzione ha avuto da ridire, ma gli istituti hanno una certa autonomia nel decidere il calendario

Uscita degli alunni e delle alunne dalla scuola primaria dell'istituto comprensivo Iqbal Masih, Pioltello, 18 marzo 2024 (ANSA/ANDREA CANALI)
Uscita degli alunni e delle alunne dalla scuola primaria dell'istituto comprensivo Iqbal Masih, Pioltello, 18 marzo 2024 (ANSA/ANDREA CANALI)
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Lo scorso 19 maggio il consiglio d’istituto della scuola Iqbal Masih di Pioltello, in provincia di Milano, aveva deciso all’unanimità di chiudere il 10 aprile per la festa di fine Ramadan, e sospendere quindi le lezioni. Il consiglio di istituto è l’organo dove sono rappresentati genitori, insegnanti e collaboratori e viene eletto democraticamente all’interno di ogni istituzione scolastica.

In queste ore la notizia della chiusura si è diffusa e diversi esponenti politici come il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, hanno criticato la decisione della scuola, generando una violenta polemica: il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni ha detto di temere per la propria sicurezza a causa delle minacce e degli insulti ricevuti. L’istituto, ha spiegato Fanfoni, è frequentato per il 40 per cento da studenti musulmani e negli anni passati, in occasione della festa di fine Ramadan, il tasso di assenze è stato molto alto: è capitato cioè che in alcune classi fossero presenti solo tre o quattro studenti.

Fanfoni, così come Antonello Giannelli, presidente dell’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola), ha spiegato anche che la decisione del consiglio di istituto rientra nell’autonomia della singola scuola che per restare chiusa il 10 aprile ha anticipato di un giorno l’inizio delle lezioni a settembre.

Il decreto del presidente della Repubblica numero 275 del 1999 che disciplina l’autonomia scolastica dice che tale autonomia è «garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti». La legge consente dunque agli istituti una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa, nell’ambito di alcune regole generali condivise: e, tra le altre cose, permette alle scuole anche di modificare il calendario scolastico.

All’articolo 5, comma 2, dice infatti che «gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal piano dell’offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle regioni». E sul sito della regione Lombardia, nella pagina dedicata al calendario scolastico, si conferma infatti che «le istituzioni scolastiche e formative, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre opportuni adattamenti del calendario scolastico d’istituto, comunicandoli tempestivamente alle famiglie entro l’avvio delle lezioni».

Insomma, ogni scuola ha la possibilità di decidere in autonomia e in deroga al calendario regionale la chiusura in alcuni giorni, garantendo che ci siano almeno 200 giornate di lezione all’anno. Ci sono scuole che, ad esempio, hanno deciso di chiudere per il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, che in alcune zone del Nord Italia è una festività molto sentita e praticata dalle bambine e dai bambini. O ci sono scuole che hanno allungato di un giorno le vacanze di carnevale per consentire a chi può di fare la “settimana bianca”.

Infine, c’è l’articolo 10 del decreto numero 297 del 1994 intitolato “Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado”. Al comma 3 dice che tra le competenze del consiglio d’istituto c’è proprio «l’adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali».

Dopo la notizia sulla chiusura dell’Iqbal Masih per la fine del Ramadan, Salvini ha parlato di «una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro paese. Non è questo il modello di Italia ed Europa che vogliamo». E il ministro dell’Istruzione Valditara ha chiesto «agli uffici competenti del ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento». Ha aggiunto che «le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto» e che il suo obiettivo «è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa».

Nel frattempo, il collegio docenti dell’istituto Iqbal Masih ha scritto una lettera in difesa della decisione sulla chiusura e Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, ha spiegato al Fatto Quotidiano che «la scelta dell’istituto rientra nelle prerogative dettate dall’autonomia. Condivido le argomentazioni portate dal collega [cioè dal preside Fanfoni, ndr] che a fronte di un numero elevato di bambini di religione islamica, con il consiglio d’istituto ha adottato questa regola. È vero che viviamo in un paese di tradizione cattolica, ma ricordo che lo stesso insegnamento di religione a scuola non è obbligatorio. Il ministro ha ben poco da accertare».

L’istituto Iqbal Masih comprende una scuola per l’infanzia, la primaria e la secondaria ed è intitolato a un bambino pakistano che morì a 12 anni nel 1995, dopo che a 5 anni era stato venduto dal padre a un venditore di tappeti e costretto a lavorare incatenato al telaio. Masih si ribellò diventando da lì in poi un simbolo della lotta contro il lavoro minorile.

Il Ramadan è un mese sacro per le persone musulmane: è il mese della preghiera e del digiuno e rispettare gli obblighi che comporta rappresenta uno dei cinque precetti fondamentali dell’Islam. Secondo la religione musulmana insegna a immedesimarsi nelle persone più povere, a esercitare il controllo su di sé e a mostrare devozione ad Allah. È un mese di purificazione, per alcuni aspetti simile alla Quaresima per le religioni cristiane, non ha una corrispondenza fissa con il calendario, non inizia in tutti i paesi nello stesso momento e finisce quando sorge la luna nuova del mese successivo. L’ultimo giorno di Ramadan è un momento molto importante per i musulmani, ed è sancito da una grande festa che si chiama Eid al-Fitr, che significa letteralmente “festa dell’interruzione”.

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