I dubbi del comitato tecnico scientifico sul progetto del ponte sullo Stretto

Ingegneri e geologi nominati dal ministero dei Trasporti lo hanno approvato, facendo però 68 richieste di aggiornamento sulla stabilità in caso di venti e terremoti

Il rendering del ponte sullo Stretto di Messina
Il rendering del ponte sullo Stretto di Messina (Webuild)
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Mercoledì pomeriggio alla Camera il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli ha chiesto spiegazioni al ministro dei Trasporti Matteo Salvini in merito a 68 raccomandazioni contenute nella relazione del comitato tecnico scientifico che deve esaminare il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Il comitato tecnico scientifico è stato nominato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo scorso settembre e ha il compito di valutare il progetto proposto dal consorzio privato Eurolink e gestito dalla società pubblica Stretto di Messina Spa. A febbraio il comitato tecnico scientifico aveva approvato all’unanimità il progetto definitivo, ma con alcuni dubbi e raccomandazioni tecniche non trascurabili, soprattutto considerata l’intenzione del governo di aprire i cantieri entro la fine dell’anno.

Del ponte sullo Stretto di Messina si discute da almeno 50 anni. Dopo decenni di tentativi fallimentari, all’inizio degli anni Duemila il governo di Silvio Berlusconi investì diversi milioni di euro per elaborare un progetto credibile. Venne organizzata la gara di appalto vinta nel 2005 dal consorzio di imprese Eurolink guidato da Impregilo, una delle aziende di costruzioni più importanti al mondo. All’epoca il costo stimato era di 3,88 miliardi di euro e il tempo di realizzazione 5 anni e 10 mesi.

Nel 2006, dopo la vittoria alle elezioni del centrosinistra e il conseguente cambio di governo, il progetto si bloccò. Due anni più tardi Berlusconi ci riprovò con un aggiornamento del progetto poi concluso nel 2011. Nel 2012 Mario Monti, presidente del Consiglio di un governo tecnico, liquidò la società Stretto di Messina perché il progetto del ponte era considerato troppo costoso: l’Italia stava attraversando una grave crisi economica e Monti era stato chiamato al governo proprio per tagliare le spese e sistemare i conti pubblici.

L’attuale governo ha riproposto il progetto del 2011 e lo scorso anno ha confermato l’appalto a Eurolink che lo aveva vinto nel 2005. Nell’ultimo anno il consorzio di imprese ha aggiornato il progetto definitivo.

I costi preventivati dalla società Stretto di Messina sono aumentati rispetto alla versione del 2011, in parte per via dell’inflazione, in parte perché le norme attuali richiedono accorgimenti maggiori sui materiali utilizzati. Fino allo scorso anno si pensava di spendere circa 12 miliardi di euro, ma secondo le ultime stime – in realtà ancora provvisorie – i cantieri costeranno 13,5 miliardi di euro a cui va aggiunto un miliardo di euro per le cosiddette opere accessorie. Oltre al ponte, infatti, saranno costruiti 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, di cui l’80 per cento in galleria. A Messina sarà costruita la nuova linea metropolitana con tre fermate sotterranee.

Il progetto definitivo è stato valutato dal comitato tecnico scientifico nominato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti , composto da ingegneri, geologi e urbanisti che devono dare un parere sull’integrazione al progetto del 2011. Nei mesi scorsi c’erano state alcune polemiche sulla composizione del comitato soprattutto per via delle posizioni del coordinatore, Alberto Prestininzi, scettico nei confronti delle cause del cambiamento climatico.

Il comitato ha dato parere positivo, approvando il progetto, ma nella relazione finale ha inserito una serie di raccomandazioni per il consorzio Eurolink, in vista del progetto esecutivo che sarà presentato nei prossimi mesi poco prima dell’inizio dei cantieri.

Per esempio, il comitato ha chiesto l’aggiornamento del documento “valutazione del vento” che risale al 2004, realizzato da un gruppo di ricerca dell’università di Genova. In un’altra osservazione si legge che il progetto dovrebbe tenere conto delle norme attuali sui requisiti richiesti per le opere in acciaio, in un’altra ancora si chiedono nuove analisi e previsioni con scenari che «tengano conto dell’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale» per confermare il livello di sicurezza del ponte anche in caso di eventi estremi. Tra le altre cose, nella relazione è stato chiesto un aggiornamento della “zonizzazione microsismica”, cioè il piano di prevenzione degli effetti di possibili terremoti. I dubbi e le richieste del comitato tecnico scientifico sono in totale 68.

Nel suo intervento alla Camera, Bonelli ha detto che con queste osservazioni il progetto andava bocciato e rifatto da capo. «Che qualcuno pensi che il governo costruisca un ponte destinato a crollare è assolutamente folle», ha risposto il ministro Salvini.

In serata è intervenuto anche il presidente della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che ha assicurato l’affidabilità delle integrazioni al progetto definitivo. Ciucci ha detto che sono state fatte prove in galleria del vento su 11 modelli di ponte in 5 diversi laboratori tra i più importanti e specializzati al mondo. I risultati dicono che la stabilità del ponte è garantita con raffiche fino a 275 chilometri orari e che la massima velocità del vento registrata in oltre 20 anni di controlli è stata 128 chilometri orari. Ciucci ha anche detto che il quadro sismico sarà aggiornato nella fase del progetto esecutivo con le ricerche fatte negli ultimi 20 anni.

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