È morto Giuseppe Granieri, tra i primi esperti di culture digitali in Italia

Giuseppe Granieri (Alessio Jacona - Wikimedia)
Giuseppe Granieri (Alessio Jacona - Wikimedia)

È morto Giuseppe Granieri, tra i più precoci esperti italiani di culture digitali e di internet, autore di uno dei primi siti e blog letterari in Italia: aveva 55 anni e viveva a Potenza, la sua città. In circa trent’anni di presenza online, Granieri si era mostrato tra i più preparati osservatori delle evoluzioni del web in Italia nelle sue varie fasi, dai primi siti molto artigianali al passaggio ai blog personali, fino all’arrivo delle grandi piattaforme e ai cambiamenti portati dai social network. Con le sue riflessioni e analisi, era stato tra i primi a segnalare l’importanza di non considerare internet qualcosa di alternativo alla realtà, come talvolta si faceva agli inizi della sua diffusione, dimostrando di averne compreso la rilevanza e le sue potenzialità, e successivamente a riflettere sulle implicazioni dei cambiamenti.

Giuseppe Granieri era nato a Potenza nel 1968, dove aveva poi vissuto per buona parte della propria vita. Nel 1996 aveva avviato bookcafe.net, uno dei primi siti letterari italiani, che avrebbe poi ospitato il suo blog con osservazioni più personali e legate alle trasformazioni di Internet (si firmava spesso utilizzando il nickname “un tal gg”). Era il periodo in cui la rete iniziava a essere frequentata non solo da appassionati di tecnologia, ma anche da persone con altri interessi alla ricerca di informazioni e nuovi modi di comunicare. Granieri in quella fase si occupò spesso della cosiddetta “blogosfera” italiana, cioè l’insieme dei blog che oltre a pubblicare contenuti si linkavano tra loro e producevano discussioni e opportunità di incontro, in una fase in cui non esistevano ancora i social network: la prima creazione di una comunità online italiana dedicata a “condividere”.

Grazie alla propria attività online, Granieri si era fatto conoscere avviando poi collaborazioni con quotidiani come La Stampa, Il Sole 24 Ore e alcune riviste come L’Espresso. Aveva inoltre un contratto presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” dove insegnava al “Laboratorio Web 2.0”. Per l’editore Laterza aveva scritto Blog generation, La società digitale e Umanità accresciuta, sempre sui temi legati al nostro rapporto con il digitale e al modo in cui la tecnologia è un prodotto della società che al tempo stesso cambia le società.