A una nave di Emergency è stato impedito di soccorrere circa 40 persone migranti su una piattaforma di estrazione tunisina

(ANSA/ANDREA COLOMBARI)
(ANSA/ANDREA COLOMBARI)

Domenica l’organizzazione umanitaria Emergency ha fatto sapere che nel pomeriggio di sabato alla sua nave “Life Support” è stato impedito di soccorrere circa 40 persone migranti che erano state individuate sulla piattaforma per l’estrazione di gas tunisina MISKAR, che si trova in acque internazionali in zona SAR maltese (cioè la zona di ricerca e soccorso di competenza di Malta). Le 40 persone sulla piattaforma erano state segnalate da un aereo di Frontex, l’agenzia dell’Unione Europea che svolge le funzioni di guardia di frontiera e costiera.

Emergency ha detto che dopo la segnalazione la Life Support è andata sul posto, trovando effettivamente le persone e un gommone distrutto «a poche centinaia di metri dalla piattaforma»: con ogni probabilità quello su cui quelle persone si erano imbarcate per raggiungere l’Europa. Inizialmente la piattaforma tunisina MISKAR aveva accordato alla Life Support il permesso di soccorrere quelle persone, ma poi glielo ha negato dicendo che sarebbero state soccorse da una nave della Marina tunisina. MISKAR aveva comunque chiesto alla Life Support di aiutare le operazioni per trasferire le persone dalla piattaforma alla nave della Marina tunisina, ma la Life Support si è rifiutata di farlo perché «la Tunisia non è un paese sicuro dove riportare i naufraghi».

Emergency ha chiesto aggiornamenti alle autorità tunisine sulle condizioni delle 40 persone migranti, ma non ha ricevuto risposte. Ha anche detto che la Life Support aveva cercato di mettersi in contatto con i Centri di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC) italiano e maltese, senza successo.