Gli Stati Uniti hanno di nuovo evitato lo shutdown, ma servirà un altro accordo entro il 22 marzo

L'edificio del Congresso a Washington DC
(AP Photo/J. Scott Applewhite)

Poco prima della mezzanotte di venerdì il Senato statunitense ha approvato sei proposte di legge per un totale di 459 miliardi di dollari che finanzieranno quasi il 30 per cento della spesa del governo nell’anno fiscale in corso. Se non fosse stato raggiunto un accordo, sarebbe cominciato un periodo di cosiddetto shutdown, la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense che avviene quando il Congresso – ovvero il parlamento del paese – non riesce a mettersi d’accordo sulle leggi finanziarie alla fine di un anno fiscale.

Quando è in vigore lo shutdown smettono di essere finanziate tutte le attività che la Casa Bianca ritiene non essenziali, e comunque chi svolge lavori ritenuti essenziali lo fa temporaneamente senza ricevere lo stipendio. In questo caso sarebbero state sospese le attività di circa il 20 per cento dei dipartimenti governativi, comprese le agenzie che sovrintendono all’agricoltura e ai trasporti.

Alla fine di febbraio i leader del Congresso avevano raggiunto un accordo temporaneo per evitarlo: il piano avrebbe finanziato alcune agenzie governative fino all’8 di marzo, e il resto dei dipartimenti per ulteriori due settimane, fino al 22 marzo. Prima di questa seconda scadenza deve ancora essere trovato un accordo sul bilancio del dipartimento della Difesa e di quello della Sicurezza Nazionale, che si occupano, fra le altre cose, della gestione degli aiuti militari all’Ucraina e dell’immigrazione: due temi su cui Democratici e Repubblicani hanno pareri estremamente divergenti.

– Leggi anche: Gli shutdown del governo esistono solo negli Stati Uniti