Gli Stati Uniti hanno evitato un nuovo shutdown del governo

Lo speaker della Camera degli Stati Uniti, Mike Johnson, parla con i giornalisti
(AP Photo/ Mariam Zuhaib)

I leader del Congresso degli Stati Uniti – ovvero il parlamento del paese – hanno raggiunto un accordo temporaneo per evitare il cosiddetto shutdown, la parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense. Lo shutdown sarebbe dovuto cominciare alla fine di questa settimana perché il Congresso non era riuscito a trovare un accordo sulle 12 leggi con cui si finanzia il successivo anno fiscale. Il piano per evitarlo era stato proposto dallo speaker della Camera, il Repubblicano Mike Johnson, ed è stato raggiunto grazie all’accordo su sei di queste leggi: finanzierà alcune agenzie governative fino all’8 di marzo, e il resto dei dipartimenti per ulteriori due settimane, fino al 22 marzo.

Nell’ordinamento degli Stati Uniti è il Congresso che approva le leggi per finanziare le attività del governo, ed è lo speaker della Camera – una specie di presidente, con un ruolo molto operativo e il più alto in grado al Congresso – che deve occuparsi di trovare un accordo. Al momento i Repubblicani e i Democratici al Congresso hanno pareri divergenti in particolare sui finanziamenti da destinare al controllo dell’immigrazione e sugli aiuti per l’Ucraina.

Quando è in vigore lo shutdown smettono di essere finanziate tutte le attività che la Casa Bianca ritiene non essenziali, e comunque chi svolge lavori ritenuti essenziali lo fa temporaneamente senza ricevere lo stipendio.

– Leggi anche: Gli shutdown del governo esistono solo negli Stati Uniti