L’architetto giapponese Riken Yamamoto ha vinto il Pritzker Prize, il più importante premio internazionale per l’architettura

Riken Yamamoto in una foto tratta dal sito del Pritzker Prize
Riken Yamamoto in una foto tratta dal sito del Pritzker Prize

L’architetto giapponese Riken Yamamoto ha vinto il Pritzker Prize, il più importante riconoscimento internazionale per l’architettura, che viene assegnato ogni anno dal 1979 dalla Hyatt Foundation. Yamamoto ha 78 anni ed è il nono architetto giapponese a riceverlo. La giuria che assegna il premio ha detto di averlo scelto perché, con il suo lavoro, Yamamoto «mette in comunicazione culture, storie e cittadini di più generazioni con delicatezza, adattando le influenze internazionali e l’architettura modernista ai bisogni del futuro».

Nato nel 1945 a Pechino, Yamamoto si trasferì con la sua famiglia a Yokohama, a sud di Tokyo, appena dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Si laureò in architettura nel 1968, continuò la formazione a Tokyo e nel 1973 aprì il suo primo studio. In quegli anni viaggiò molto, dall’Europa alla California, dal Guatemala al Perù, ma visitò anche Iraq, India e Nepal, concludendo che, si ricorda sul sito del Pritzker Prize, «l’idea di un ‘confine’ tra spazi pubblici e privati era universale». Per questo nella sua carriera ha sfruttato molto la trasparenza, che è un elemento essenziale dei suoi lavori, e cercato di ridefinire la soglia tra pubblico e privato come «opportunità sociale», come uno strumento «per riconoscere una comunità intera», come disse lui stesso.

Yamamoto ha lavorato soprattutto in Giappone e in Cina e ha anche insegnato in diverse università giapponesi. Il suo primo progetto fu quello della Villa Yamakawa, in mezzo a un bosco a Nagano, e poi si occupò molto di edilizia sociale, scuole ed edifici pubblici, come quelli del museo d’arte di Yokosuka o dell’Università della provincia di Saitama. Tra le altre cose ha progettato la biblioteca di Tianjin in Cina e The Circle, un nuovo quartiere con negozi, ristoranti e un parco naturale accanto all’aeroporto di Zurigo, in Svizzera.

L’ultimo architetto giapponese a essere stato premiato con il Pritzker Prize prima di lui era stato Arata Isozaki nel 2019. Tra le motivazioni del premio pubblicate dalla giuria, si legge che Yamamoto «sfuma il legame tra spazi pubblici e privati, ispirando società armoniose, nonostante le diversità di identità, economie, politiche, infrastrutture e sistemi abitativi». La giuria ha riconosciuto la sua attenzione per le richieste sociali, per la ricerca dietro a ogni soluzione architettonica e «soprattutto perché ci ricorda che nell’architettura, così come nella democrazia, gli spazi devono essere creati dalla determinazione delle persone».