In molte città è diventata un’impresa anche fare la carta d’identità elettronica

A Roma si può arrivare fino a un anno di attesa e anche gli “open day” organizzati dal comune si sono ingolfati, Napoli invece è un caso virtuoso

Persone in coda a Roma, di fronte agli uffici del Municipio I, durante un open day per il rilascio della carta d'identità elettronica
Persone in coda a Roma, di fronte agli uffici del Municipio I, durante un open day per il rilascio della carta d'identità elettronica (Valentina Stefanelli/LaPresse)
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Nell’ultimo anno in molte città italiane si sono allungati i tempi per chiedere o rinnovare la carta d’identità elettronica (CIE), il documento di identificazione che tra le altre cose può essere usato per viaggiare nei paesi dell’Unione Europea. Esattamente come per il passaporto, che da ormai un anno ha tempi di rilascio lunghissimi quasi ovunque in Italia, in molte città tra cui Roma è diventato complicato prenotare un appuntamento nel giro di pochi giorni anche per quest’altro documento: l’attesa è di settimane e in alcuni periodi anche di molti mesi.

La carta d’identità elettronica ha sostituito quella cartacea consentendo all’Italia di adeguarsi ai sistemi internazionali di sicurezza e di anticontraffazione. Ha l’aspetto di una carta di credito e al suo interno ha un microprocessore che contiene alcuni dati, tra cui le impronte digitali per il riconoscimento biometrico della persona a cui è stata rilasciata.

La carta d’identità elettronica contiene anche le informazioni relative al consenso per la donazione degli organi. Durante l’appuntamento per il rinnovo i funzionari del comune chiedono alla persona se è favorevole o no alla donazione degli organi e la risposta viene poi inserita nel documento. Questo accorgimento ha consentito di aumentare il numero di donatori in tutta Italia, anche se spesso la richiesta di consenso coglie impreparate le persone, che poi hanno giusto pochi minuti per rifletterci su.

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Roma è una delle città in cui i tempi di rilascio della carta d’identità elettronica sono più lunghi. Il Corriere di Roma ha tenuto d’occhio il portale delle prenotazioni e ha verificato che la scorsa settimana il primo appuntamento disponibile nel XIII municipio era per il 10 febbraio 2025, poco meno di un anno dopo la richiesta. In altri municipi l’attesa era di diversi mesi. In generale già in tutto il 2023 il tempo medio di attesa in tutti i quartieri della città è stato piuttosto lungo: due mesi e dieci giorni.

Negli ultimi mesi il comune ha organizzato diversi “open day”, cioè giornate di apertura con orari straordinari e un numero di funzionari in servizio maggiore per fare più documenti possibile. Trovare un appuntamento per gli open day, tuttavia, è diventato a sua volta complicato. Nell’ultimo fine settimana tutti i 750 appuntamenti disponibili sono stati prenotati nel giro di un’ora.

Una situazione simile è stata segnalata anche in altre città italiane, nell’ultimo anno: Firenze, Caserta, Mestre, Treviso, Parma e molti altri comuni più piccoli. In alcuni casi i problemi sono stati poi risolti, in altri no. A differenza dei passaporti, nel caso delle CIE non c’è stato un aumento significativo di richieste, i lunghi tempi di attesa sono causati per lo più dalla disorganizzazione degli uffici e del sistema di prenotazioni. Quasi tutte le città con questo problema utilizzano il sistema realizzato dal ministero dell’Interno, molto simile a quello delle prenotazioni per ottenere il passaporto. Roma è una di queste: per ottenere un appuntamento in comune bisogna passare per forza dal portale prenotazionicie.interno.gov.it.

Molte città hanno scelto un metodo diverso, cioè si sono prese in carico direttamente la gestione delle prenotazioni con un portale interno. Un caso virtuoso riguarda Napoli. Sette mesi fa il comune ha aperto il suo sistema di prenotazioni della carta d’identità e ha attivato anche un numero verde, con risultati decisamente positivi: il tempo di attesa per avere un appuntamento è passato da tre mesi a tre giorni, in tutta la città.

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