La Corte penale internazionale ha emesso mandati d’arresto per due ufficiali russi accusati di crimini di guerra in Ucraina

(Chris McGrath/Getty Images)
(Chris McGrath/Getty Images)

Martedì la Corte penale internazionale (ICC), il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, ha emesso due mandati di arresto nei confronti di Sergei Kobylash e Viktor Sokolov, due generali dell’esercito russo, per presunti crimini di guerra in Ucraina. L’ICC ha scritto che ci sono fondati motivi per ritenere che Kobylash e Sokolov abbiano ordinato diversi «attacchi missilistici» contro «l’infrastruttura elettrica» ucraina. Secondo l’ICC, questi attacchi sono stati effettuati tra il 10 ottobre del 2022 e il 9 marzo del 2023.

L’emissione del mandato d’arresto non significa che i due generali saranno arrestati: la Corte penale internazionale non ha una propria “polizia”, e per gli arresti deve affidarsi a quelle dei singoli stati. La Russia però non ha mai ratificato lo Statuto di Roma, il trattato che istituì la Corte penale internazionale, di cui quindi non accetta la giurisdizione. Kobylash e Sokolov potrebbero essere arrestati solo qualora andassero in uno dei paesi che hanno aderito allo statuto istitutivo dell’ICC (un’ipotesi piuttosto remota, visto l’andamento della guerra).

Non è la prima volta che l’ICC emette dei mandati d’arresto per reati compiuti durante la guerra in Ucraina: lo scorso anno ne aveva emessi due, rivolti rispettivamente al presidente russo Vladimir Putin e alla commissaria presidenziale russa per i diritti dell’infanzia, Maria Alekseyevna Lvova-Belova.