L’assoluzione dell’ex direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano nel processo sulle cosiddette “copie gonfiate” è definitiva

Roberto Napoletano dopo la sentenza di assoluzione, nell'ottobre del 2023.
(ANSA/MATTEO CORNER)
Roberto Napoletano dopo la sentenza di assoluzione, nell'ottobre del 2023. (ANSA/MATTEO CORNER)

Si è chiusa venerdì la lunga vicenda giudiziaria che vedeva imputato Roberto Napoletano, ex direttore del Sole 24 Ore, nel processo sulle cosiddette “copie gonfiate” del quotidiano. Nel maggio del 2022 Napoletano era stato condannato con la sentenza di primo grado a una pena di due anni e sei mesi per i reati di false comunicazioni sociali e manipolazione informativa del mercato. Era poi stato assolto «per non aver commesso il fatto» nel processo di appello dell’ottobre del 2023. La sentenza è passata definitivamente in giudicato venerdì, quando sono scaduti i termini per la presentazione di un ricorso da parte della procura generale di Milano e della parte civile Consob, l’autorità garante della Borsa.

La vicenda riguardava il periodo tra il 2014 e il 2016, e portò alla sospensione di Napoletano e poi alla risoluzione del rapporto col giornale nel 2017. L’accusa sosteneva che avesse contribuito a diffondere dati falsi sulle vendite e sulla diffusione del Sole 24 Ore, per veicolare un messaggio positivo sull’andamento economico del quotidiano in modo da influenzare il prezzo di vendita degli spazi pubblicitari. Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione del processo d’appello i giudici hanno invece stabilito che fosse «anche formalmente del tutto estraneo alla complessa e stratificata macchina amministrativa e alla concreta catena di comando che reggevano la gestione aziendale» e che quindi non avrebbe potuto imporre la propria volontà a «un’intera schiera di dirigenti e tecnici» nella decisione di comunicare dati falsi sulle vendite. Napoletano, che oggi dirige il Quotidiano del Sud, si era sempre dichiarato innocente.