A New York non è più una buona idea tenere il nome di Trump sulle insegne

Un tempo il “marchio Trump“ era sinonimo di prestigio per gli edifici: oggi gli fa perdere valore, dice un'inchiesta del New York Times, e gli inquilini chiedono di rimuoverlo

(AP Photo/Seth Wenig, File)
(AP Photo/Seth Wenig, File)
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Il mercato immobiliare non è guidato solo dalle valutazioni fattuali, come potrebbero essere la solidità o l’efficienza energetica degli edifici, ma anche da suggestioni e caratteristiche intangibili, come il fatto che un certo quartiere sia frequentato da persone famose o alla moda, che ci sia una vista particolare, e via così. Oltre a queste classiche tendenze che guidano i mercati immobiliari di tutto il mondo, a New York ce n’è una particolare che da qualche anno sta influenzando i prezzi di alcuni immobili: il nome di Donald Trump sulle insegne degli edifici.

Prima che Trump diventasse presidente degli Stati Uniti, nel 2016, al suo nome era associata una generale percezione di lusso e prestigio, tanto che gli immobili che costruiva o gestiva avevano un valore superiore alla media. Dopo il 2016 le cose sono un po’ cambiate, soprattutto perché a New York sono concentrati elettori progressisti e distanti dalle posizioni politiche di Trump: un’inchiesta del New York Times racconta come il suo nome nell’insegna degli edifici sia diventato al contrario squalificante e abbia contribuito a farne scendere il prezzo di mercato.

Per la sua inchiesta, il New York Times ha preso in considerazione i prezzi di vendita degli appartamenti dentro i cosiddetti condominium, che a differenza dei condomini italiani sono edifici o parti di edifici in cui gli immobili sono tutti di proprietà di chi ci vive, e non in affitto (nelle grandi città statunitensi è piuttosto frequente che gli edifici siano destinati interamente all’affitto o alla vendita).. Nel 2016 gli appartamenti dei condominium di Manhattan con il logo di Trump passarono dall’essere mediamente più cari rispetto alla media del mercato al valere di meno. Al contrario i quattro condominium in cui il logo Trump era stato rimosso per volere dei residenti videro il loro valore aumentare, in linea con il mercato della città.

Nel 2023 un appartamento in un edificio “a marchio Trump” valeva circa 16mila dollari al metro quadro, contro una media di Manhattan di quasi 18mila al metro quadro.

I prezzi sono espressi in piedi quadrati, che sono un decimo di metro quadro (Fonte: New York Times)

L’inchiesta del New York Times riporta i calcoli fatti da due società che aggregano dati immobiliari e quelli di un economista della Columbia University esperto del mercato immobiliare, Stijn Van Nieuwerburgh: le tre analisi ottengono risultati leggermente diversi ma tutti in linea con l’idea di fondo, quella per cui il “marchio Trump” sarebbe ormai squalificante per gli edifici di Manhattan.

Per esempio l’analisi di CityRealty, sito di annunci immobiliari molto usato a New York, sul prezzo per metro quadrato dei condominium nei sette edifici di Manhattan che portano ancora il nome di Trump ha rilevato che il valore è sceso del 23 per cento tra il 2013 e il 2023. Al contrario i quattro edifici che hanno rimosso la scritta hanno chiuso il decennio con un incremento del 9 per cento, anche leggermente sopra la media del mercato residenziale della città. La seconda analisi, fatta dall’aggregatore di dati immobiliari ATTOM, mostra un calo leggermente inferiore, pari al 17 per cento. L’economista, Stijn Van Nieuwerburgh, ha rilevato che dal 2013 gli edifici “a marchio Trump” hanno perso il 25 per cento del loro valore rispetto a immobili simili.

(AP Photo/Mark Lennihan)

 

Secondo i dati di CityRealty sono calate anche le quotazioni degli appartamenti in vendita nella Trump Tower, uno dei palazzi più riconoscibili e iconici del centro di New York e di proprietà di Trump: rispetto al 2013 il prezzo medio per metro quadrato è sceso del 49 per cento. Questo edificio ha comunque risentito parecchio anche dell’obsolescenza della struttura rispetto ai nuovi e modernissimi palazzi della zona.

(AP Photo/Seth Wenig)

Questa tendenza risente evidentemente della distanza che c’è tra chi vive a New York, una città considerata tra le più progressiste degli Stati Uniti, e Donald Trump, un ex presidente con svariate grane legali e dalle posizioni molto di destra e controverse.

Questa distanza però è diventata molto controproducente per la strategia commerciale di Trump, che del suo nome ha fatto un brand assai popolare tra i consumatori. Per esempio sono famose le “Trump steak”, le bistecche di taglio pregiato che venivano vendute sotto il suo marchio a un prezzo che a seconda della qualità andava dai 199 ai 999 dollari per una confezione da quattro. Recentemente Trump ha lanciato anche una linea di scarpe sportive, tutte dorate e che si chiamano ovviamente le “Trump sneakers”.

Il successo del legame tra il suo nome e il prodotto vale soprattutto per l’immobiliare: a Trump è sempre stato riconosciuto il merito di aver contribuito al generale prestigio immobiliare di Manhattan grazie agli investimenti fatti con le aziende di famiglia. Il suo nome nelle insegne era percepito come garanzia di prestigio e lusso: il New York Times racconta di come iniziò anche a farsi pagare dai condomini che volevano mettere il suo nome sulla facciata, anche sugli edifici che non aveva costruito e che non gestiva.

Con l’attuale impopolarità di Trump a New York le vistose insegne con il suo nome sui palazzi hanno causato l’imbarazzo e il disagio di vari inquilini che ne hanno chiesto la rimozione, anche attraverso vie legali. È successo per esempio a “Trump Place”, un gruppo di sei torri – tre delle quali in affitto e tre condominium – nella parte occidentale di Manhattan e all’altezza di Central Park, con vista sul fiume Hudson.

(AP Photo/Seth Wenig)

Come racconta il New York Times prima delle elezioni in alcuni edifici tutto era marchiato con il nome Trump, dagli zerbini alle uniformi del personale. Già prima delle elezioni presidenziali del 2016 alcuni inquilini promossero una petizione per rimuovere il nome di Trump dall’edificio. Nell’autunno del 2016, tre degli edifici – tutti in affitto – avevano rimosso il nome Trump dalle insegne e da tutto il resto. Gli altri tre sono riusciti a rimuoverne il nome nel 2018 e nel 2019, anche a seguito di una causa legale.

I dati analizzati riguardano esclusivamente Manhattan. È possibile che il marchio di Trump stia andando meglio in alcune parti del paese dove la posizione politica dell’ex presidente è più in linea con la maggioranza degli elettori, inclusa la Florida, che ospita il suo resort di Mar-a-Lago, oltre a numerosi grattacieli a Sunny Isles Beach e in altre località, dove il suo nome sull’insegna è probabilmente più apprezzato.

– Guarda anche: Cosa pensano i Repubblicani che votano Trump, spiegato da loro