Il predicatore kenyano Paul Nthenge Mackenzie è stato incriminato per l’omicidio di 191 bambine e bambini

Paul Nthenge Mackenzie e due guardie armate durante un'udienza in tribunale a Malindi il primo dicembre del 2023
Paul Nthenge Mackenzie, sulla destra, durante un'udienza in tribunale a Malindi il primo dicembre del 2023 (AP Photo/ Gideon Maundu).

L’Alta corte di Malindi, in Kenya, ha incriminato il predicatore Paul Nthenge Mackenzie per l’omicidio di 191 bambine e bambini, tra le oltre 400 persone che si ritiene si siano lasciate morire di fame per seguire il suo culto religioso. A metà gennaio Mackenzie era già stato incriminato per terrorismo, omicidio colposo e tortura su minori: secondo i documenti presentati in tribunale, lui e numerosi suoi collaboratori avrebbero negato cibo «in maniera volontaria e deliberata» a bambine e bambini dai sei anni in su, e ne avrebbero picchiati altri.

Mackenzie era stato arrestato nell’aprile del 2023 dopo che nella sua tenuta nella foresta di Shakahola, a ovest di Malindi, erano stati trovati i corpi di 47 persone. Nelle settimane seguenti ne erano stati trovati altri, per un totale di 429. Le autopsie avevano concluso che la gran parte di loro era morta di fame, mentre altri erano stati strangolati, picchiati o soffocati: secondo alcuni superstiti, Mackenzie sosteneva che il digiuno avrebbe assicurato loro un posto in paradiso e che con la morte avrebbero potuto «incontrare Gesù».

Il predicatore si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse contro di lui, come hanno fatto anche le altre 29 persone incriminate. Una trentunesima persona dovrà ripresentarsi al tribunale di Malindi tra un mese perché ritenuta momentaneamente incapace di rispondere delle accuse contro di lei.

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