Un videogioco che sembra Pokémon, ma «con le pistole»

Sviluppato da una piccola azienda giapponese, "Palworld" ha venduto 7 milioni di copie in cinque giorni e ricevuto diverse critiche

(Dal trailer di "Palworld" su YouTube)
(Dal trailer di "Palworld" su YouTube)
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Palworld è stato pubblicato sulla piattaforma di gioco online Steam e in simultanea su Xbox all’interno del servizio di abbonamento Game Pass il 19 gennaio, ed è già diventato un caso nel settore dei videogiochi. Nel giro di tre giorni ha venduto 5 milioni di copie, che sono saliti a 7 in meno di una settimana. Non sono numeri enormi, se confrontati con quelli di videogiochi di grande successo, ma sono indubbiamente eccezionali per la piccola azienda giapponese che lo ha sviluppato, la Pocket Pair, che è stata travolta da un successo inaspettato, e al tempo stesso da critiche e accuse di plagio.

Palworld infatti è un gioco di sopravvivenza ambientato in un mondo coloratissimo e popolato di pupazzetti pucciosi che si possono catturare, proprio come avviene nell’universo dei Pokémon, ma ci sono anche le armi, motivi per cui già con le prime anticipazioni nel 2021 era stato soprannominato “Pokémon con le pistole”.

Come ha sintetizzato Kotaku, una rivista online specializzata in videogiochi e cultura pop, per descrivere Palworld bisogna immaginare di «buttare in un frullatore gigante Minecraft, Fortnite, Pokémon e un po’ di fucili AR-15». Il gioco consiste nell’esplorare il mondo delle isole Palpagos (il nome si ispira all’arcipelago delle Galapagos, nell’oceano Pacifico) mentre si cercano cibo e attrezzi per sopravvivere e, naturalmente, si combattono le creature nemiche.

Oltre ai nemici, ci sono decine di tipi di tenere creature, ognuna delle quali ha le proprie abilità. Le creature si chiamano appunto Pal, da cui il nome del videogioco, e vanno catturate per avere un aiuto in più per combattere. I Pal però possono anche essere messi al lavoro, per esempio per fabbricare oggetti utili, e si possono mangiare: è per questo che nel gioco esiste anche la Free Pal Alliance, un’organizzazione che si batte per liberare i Pal dalla schiavitù. Ci si può giocare da soli oppure con altri giocatori, fino a un massimo di 32 su PC e fino a 4 su Xbox.

Anthony Kongphan, uno streamer che ha più di 520mila follower su Twitch, ha definito Palworld «il gioco più ridicolo a cui abbia mai giocato». Per il giornalista del Guardian Keith Stuart, che si occupa di videogiochi e cultura digitale, invece è «divertente, sciocco e stranamente coinvolgente». E sembra essere apprezzato anche da molti altri appassionati, tanto che il 22 gennaio è stato il gioco più giocato e seguito nelle dirette su Twitch.

In un post condiviso su X mercoledì, l’azienda che l’ha ideato, Pocket Pair, ha scritto che le vendite di Palworld «hanno superato di gran lunga le aspettative del team degli sviluppatori», con il risultato che tra i vari problemi emersi ci sono anche quelli legati al grande traffico per l’accesso al gioco online. Oltre a promettere di risolvere gli intoppi nel minor tempo possibile, l’azienda ha annunciato nuovi aggiornamenti e funzionalità, senza però indicare dettagli precisi.

Anche chi ha apprezzato il gioco comunque non ha potuto fare a meno di notare le grandi somiglianze delle creature di Palworld con i personaggi dei Pokémon, così come con le logiche e le dinamiche di altri giochi di avventura e sopravvivenza, tra cui quelli sopracitati ma anche Ark, Subnautica, Hi-Fi Rush.

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Sam Barlow, designer di videogiochi inglese noto per Immortality e Her Story, ha scritto su X di essere «combattuto tra il trovare disgustosa la volgarità di Palworld e l’essere meravigliato dal fatto che il nostro settore permetta a tali volgarità di esistere ai massimi livelli». Con “disgustoso”, precisa Barlow, intende «prendere un’idea basata sulla nostalgia per l’infanzia che è diventata fonte di gioia per milioni di persone», cioè quella dei Pokémon, e «‘aggiungere le pistole’ per attirare l’attenzione».

Altri hanno notato che anche un altro gioco di Pocket Pair, Craftopiasembrava una copia del famoso The Legend of Zelda: Breath of the Wild, sviluppato nel 2017 da Nintendo. Altri ancora hanno alluso alla possibilità che l’azienda abbia usato l’intelligenza artificiale generativa per creare i propri personaggi senza aver informato le piattaforme o i giocatori, anche se al momento non ci sono prove che lo dimostrino.

L’amministratore delegato di Pocket Pair Takuro Mizobe, che è anche il suo principale sviluppatore, ha sostenuto che Palworld non violi il diritto d’autore e ha detto che è stato verificato che rispetti tutti i parametri di legge. Dal canto suo la Pokémon Company ha detto di essere al corrente dell’esistenza di un videogioco che secondo i critici copia i suoi prodotti.

La Pokémon Company è formata dalle tre aziende che detengono i diritti dei Pokémon, Nintendo, Game Freak e Creatures. In un comunicato, l’azienda ha chiarito di non aver dato alcun permesso per l’utilizzo della proprietà intellettuale legata ai Pokémon né di tutto ciò che ci gira attorno. Ha anche detto che farà indagini e prenderà gli opportuni provvedimenti per verificare se ci siano violazioni dei diritti d’autore dei Pokémon.

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