Un gruppo di operatori del cinema sudcoreani ha chiesto un’inchiesta sul ruolo di giornali e polizia nella morte dell’attore Lee Sun-kyun

(AP Photo/Ahn Young-joon)
(AP Photo/Ahn Young-joon)

Venerdì un gruppo di circa 15 registi, attori e operatori dell’industria cinematografica sudcoreana ha chiesto l’apertura di un’inchiesta sul modo in cui polizia e media sudcoreani hanno gestito le indagini sull’attore Lee Sun-kyun: Lee è morto, apparentemente in un suicidio, proprio mentre erano in corso le indagini su di lui, che erano state avviate lo scorso ottobre e avevano danneggiato molto la sua reputazione. Era diventato famoso in tutto il mondo per il suo ruolo in Parasite, vincitore di quattro premi Oscar, dove interpretava il padre della ricca famiglia Park. Il gruppo di operatori del cinema che ha chiesto l’avvio di un’inchiesta include il regista del film, Bong Joon-ho.

In Corea del Sud il consumo di sostanze stupefacenti è considerato un reato grave e può comportare pene fino a cinque anni di carcere, anche per il consumo di sostanze come la marijuana. Da ottobre in poi numerosi dettagli dell’indagine su Lee erano circolati sui media sudcoreani. Il gruppo di registi che vuole l’avvio di un’inchiesta chiede di verificare che la polizia non abbia violato le leggi che tutelano la privacy e la sicurezza delle persone indagate. Ha inoltre criticato i toni sensazionalistici con cui i media hanno trattato l’indagine.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24. Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.