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  • Martedì 2 gennaio 2024

La rettrice dell’università di Harvard si è dimessa

Nelle ultime settimane Claudine Gay era stata molto criticata per i suoi commenti sugli episodi antisemiti nelle università statunitensi

Claudine Gay (EPA/WILL OLIVER)
Claudine Gay (EPA/WILL OLIVER)
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Claudine Gay si è dimessa da rettrice dell’università di Harvard, una delle più importanti e prestigiose negli Stati Uniti e nel mondo. Nelle ultime settimane Gay aveva subito molte pressioni affinché si dimettesse, soprattutto da alcuni politici statunitensi e dalla comunità ebraica di Harvard, che ritenevano non avesse preso posizioni abbastanza nette contro gli episodi di antisemitismo avvenuti nelle università del paese dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e il gruppo armato radicale palestinese Hamas. In seguito a quelle critiche, su alcuni media statunitensi era stata messa in discussione anche la sua professionalità con diverse accuse di plagi all’interno del suo curriculum accademico.

Gay ha annunciato le sue dimissioni in una lettera in cui ha fatto riferimento a entrambe le accuse che le erano state mosse nelle ultime settimane, definendo «sconfortante» il fatto di veder messo in dubbio il suo «impegno nell’agire contro l’odio e nel difendere il rigore scientifico». Ha detto che per lei è stata una decisione molto difficile, ma che la ritiene giusta per permettere che Harvard si concentri sulle questioni dell’università invece che su singoli individui.

Gay ha 53 anni ed era rettrice da sei mesi. È stata la seconda donna e prima persona nera a capo dell’università di Harvard. Nella lettera ha anche detto di aver subito in queste settimane molte minacce personali e «odio razziale». Harvard ha detto che dopo le dimissioni Gay riprenderà il suo precedente lavoro di professoressa nell’università.

Dopo le denunce su presunti episodi di antisemitismo e islamofobia nelle università degli Stati Uniti, il dipartimento dell’Istruzione del paese aveva avviato indagini su più di venti istituti, tra cui Harvard e diverse altre università prestigiose. Lo scorso 5 dicembre a Gay era stata interrogata in un’audizione al Congresso statunitense insieme a Liz Magill e Sally Kornbluth, rispettivamente rettrici dell’università della Pennsylvania e del Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Le tre rettrici si erano rifiutate di rispondere a una domanda di una deputata del partito Repubblicano che chiedeva se invocare il genocidio degli ebrei violasse i codici di condotta delle loro università su bullismo e molestie, e aveva detto di accettare come risposta solo un “sì” o un “no”. Gay aveva detto che invocazioni di quel genere erano ripugnanti, ma che il fatto che potessero essere considerate violazioni del codice di condotta di Harvard dipendeva dal contesto in cui erano pronunciate.

Da lì erano cominciate le richieste di dimissioni nei suoi confronti da parte di ex alunni e politici, a cui però era seguita anche una lettera firmata da 700 membri del personale di Harvard che le chiedeva di restare nel suo ruolo.

Nel frattempo però Gay aveva cominciato a essere anche accusata di plagi in alcune sue pubblicazioni. Il consiglio di amministrazione di Harvard aveva aperto un’indagine, trovando due sue pubblicazioni che avrebbero richiesto maggiori citazioni ma non violazioni dei criteri imposti dall’università sull’attività di ricerca. Martedì, prima che Gay annunciasse le dimissioni, erano state pubblicate sul giornale conservatore Washington Free Beacon nuove accuse di presunte citazioni scorrette nelle sue pubblicazioni. Le accuse non sono ancora state verificate.

Gay è la seconda rettrice a dimettersi in poco tempo dopo l’audizione al Congresso sugli episodi di antisemitismo nelle università degli Stati Uniti: prima di lei lo aveva fatto Elizabeth Magill dell’università della Pennsylvania, accusata in modo simile dopo l’audizione. Un donatore della sua università aveva anche ritirato un contributo da 100 milioni di dollari (circa 91 milioni di euro) a favore dell’istituto.