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  • Sabato 11 maggio 2024

Le immagini dell’aurora boreale che si è vista in gran parte del mondo

Anche in Italia, per via di una delle tempeste geomagnetiche più intense degli ultimi anni

Schierke, Germania
L'aurora boreale a Schierke, in Germania (Matthias Bein/dpa via AP)

Nella notte tra venerdì e sabato è stato possibile osservare in gran parte del mondo delle aurore boreali, cioè quelle luci colorate che appaiono nel cielo notturno a causa dell’incontro tra protoni ed elettroni emessi dal Sole e atomi di azoto e ossigeno nell’alta atmosfera terrestre. È un fenomeno solitamente visibile nelle zone polari (quando succede in Antartide si parla di aurora australe) e nelle regioni più prossime ai Poli, ma che negli ultimi anni si è manifestato anche ad altre latitudini a causa di una maggiore attività del Sole.

Il fenomeno è stato causato da una delle più intense tempeste geomagnetiche che hanno interessato la Terra negli ultimi vent’anni. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa di monitorare le condizioni dell’atmosfera e degli oceani, ha detto che è stata una tempesta geomagnetica di grado G5, ossia estrema: è la prima a raggiungere questa intensità dal 2003.

Sono state osservate aurore boreali anche in Italia, per esempio in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Piemonte e molte zone della Pianura Padana.

Le aurore boreali sono dovute alla grande quantità di particelle che emette il Sole e che in parte raggiungono il nostro pianeta. Il flusso di particelle dal Sole è continuo e viene chiamato “vento solare”. Quando arriva in prossimità della Terra, incontra il campo magnetico terrestre che impedisce a queste particelle di arrivare direttamente sul nostro pianeta, dove potrebbero causare vari problemi alle piante e agli animali, ma non solo.

Questo scudo magnetico planetario si chiama magnetosfera e consente di deviare le particelle e in condizioni normali di tenerle alla larga. Le cose si complicano però quando il Sole entra ciclicamente in fasi in cui è più attivo del solito e produce colossali eventi come una “espulsione di massa coronale”, una grande emissione di particelle che alle osservazioni appare come una sorta di fiammata filamentosa che supera per dimensioni quelle della Terra.

La conseguenza è che il vento solare si rinforza, un po’ come una improvvisa e forte folata di vento, con una quantità molto più grande del solito di particelle che raggiungono la magnetosfera producendo una tempesta magnetica. Il vento solare deforma sensibilmente il campo magnetico e ciò fa sì che le particelle riescano a superare lo scudo, raggiungendo i due poli magnetici della Terra. È per questo motivo che le aurore sono visibili soprattutto avvicinandosi ai poli del pianeta.

– Leggi anche: Vedremo aurore boreali in posti in cui normalmente non si vedono