Le regole sul porto d’armi in Italia

Esistono tre diversi tipi di licenze e solo una è effettivamente un “porto”, cioè consente di portare in giro l'arma carica

Foto di proiettili in primo piano
Proiettili fotografati alla fiera della armi Exa di Brescia nel 2008 (©Spada/Lapresse)
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Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, proprietario della pistola con cui è stato ferito un uomo di 31 anni durante una festa di Capodanno vicino a Biella, ha detto che il colpo è «partito accidentalmente» da una pistola «regolarmente detenuta» e che non è stato lui a sparare. Del caso si sta occupando la procura di Biella: i carabinieri intervenuti nelle prime ore del primo gennaio hanno sentito alcuni testimoni per capire cosa è successo. Oltre a chiarire chi ha sparato, resta da capire anche cosa significa di preciso l’espressione utilizzata Pozzolo, cioè «regolarmente detenuta». In Italia, infatti, possono essere chiesti tre tipi di licenze con regole molto diverse.

In Italia l’autorizzazione ad avere un’arma è chiamata genericamente “porto d’armi” anche se non tutte le autorizzazioni consentono di portare l’arma con sé.

Le licenze sono di tre tipi e hanno regole abbastanza rigide. Esiste il porto d’armi finalizzato alla difesa personale: è un permesso che vale un solo anno, rinnovabile, e consente di portare le armi fuori dalla propria abitazione. In questo caso il nome porto d’armi è appropriato perché chi ha il porto d’armi per difesa personale può di fatto girare con la pistola.

Il cosiddetto porto d’armi per uso sportivo invece non è letteralmente un porto d’armi, perché consente di usare la propria arma solamente nei campi di tiro a volo o tiro a segno regolari, anche privati. Durante il trasporto l’arma deve essere scarica, cioè senza le munizioni inserite. In più chi ha questa licenza è obbligato a iscriversi a una sezione di tiro a segno nazionale. La licenza di porto d’armi per uso sportivo ha una validità di cinque anni.

Infine esiste il porto d’armi “per impiego venatorio”, cioè per la caccia, che è molto simile alla licenza per uso sportivo perché consente di andare a caccia armati, ma solo durante la stagione venatoria e solo nelle aree autorizzate. Per ottenerla serve ottenere anche l’abilitazione all’esercizio venatorio, una sorta di esame. Quest’ultima licenza vale 5 anni.

La differenza tra porto e trasporto è semplice: trasportare un’arma significa spostarla da un posto all’altro in condizioni in cui è molto complicato utilizzarla. L’arma deve essere ovviamente scarica, smontata se scomponibile, e contenuta in una borsa o in una valigia chiusa con una combinazione o un lucchetto.

Per chiedere il porto d’armi serve essere maggiorenni e non avere ricevuto condanne penali. Uno dei documenti essenziali per chiedere il porto d’armi è un certificato che attesta l’idoneità psico-fisica rilasciato in seguito a una visita approfondita di un medico dall’azienda sanitaria locale. Inoltre bisogna dimostrare di avere valide ragioni di pericolo per la propria incolumità (un volume di affari particolarmente alto, un’occupazione pericolosa in ambiti come la gioielleria), che devono essere dichiarate alla prefettura. Bisogna dimostrare di saper utilizzare l’arma in modo corretto: chi ha fatto il servizio militare o è stato in Polizia, così come chi ha frequentato una sezione di tiro a segno, può presentare un certificato per dimostrare di saper utilizzare l’arma.

Dopo aver presentato i documenti è possibile comprare armi e munizioni: per ottenere il porto o la licenza di detenzione va fatta una richiesta di autorizzazione alla questura compilando un “nulla osta all’acquisto” indicando con precisione quale arma è stata comprata. Fatti questi passaggi, la questura ha 30 giorni di tempo per rilasciare la licenza oppure per negarla.

La denuncia di detenzione di armi deve essere fatta in tutti i casi in cui si viene in possesso di armi o cartucce: quando vengono comprate, ereditate, anche quando vengono cedute ad altre persone, quando vengono spostate dal luogo in cui era stato indicato nell’autorizzazione. La denuncia deve essere distinta per armi e munizioni e può essere fatta alla questura, in un commissariato della Polizia o in una stazione dei Carabinieri.

Si possono avere al massimo 200 cartucce da pistola o rivoltella, mentre per le cartucce di fucile caricate a pallini utilizzate prevalentemente per la caccia la denuncia non è obbligatoria fino a un massimo di mille pezzi, e comunque non se ne possono tenere più di 1.500. È possibile avere al massimo 3 armi comuni da sparo, 12 armi ad uso sportivo, un numero illimitato di fucili da caccia. Solo la licenza di collezione di armi permette la detenzione, e non il porto, di un numero di armi superiore.

Per quanto riguarda i costi, per ottenere il porto d’armi per difesa personale o per la caccia bisogna pagare alcune tasse (di 115 euro nel primo caso e di oltre 200 euro nel secondo), oltre alla marca da bollo. Per il porto d’armi sportivo invece bisogna pagare solo la marca da bollo. I prezzi delle armi variano molto, si va dai circa 300 euro per una Beretta 92 (in dotazione ai Carabinieri) usata agli oltre 2.000 euro per armi più sofisticate e per i fucili da caccia.

Nel codice penale esistono diversi reati legati al porto e alla detenzione di armi. L’articolo 697 del codice penale, la detenzione abusiva di armi, punisce chi ha armi o caricatori non regolarmente denunciati. Il reato prevede l’arresto da tre a dodici mesi con un’ammenda fino a 371 euro. Chi si rifiuta di consegnare le armi alle forze dell’ordine rischia da tre a nove mesi di arresto con un’ammenda di almeno 123 euro. In questo caso il reato si chiama omessa consegna di armi ed è previsto nell’articolo 698 del codice penale.

L’articolo 699 del codice penale spiega il reato di porto abusivo di armi e si applica in due casi: quando si porta un’arma regolarmente detenuta ma senza la licenza apposita è previsto l’arresto fino a 18 mesi; nel caso in cui l’arma non è nemmeno dichiarata l’arresto va da 18 mesi a quattro anni.

Si parla del reato di omessa custodia quando si consegna un’arma a persone che non hanno il porto d’armi. In questo caso l’arresto è fino a due anni. Chi non custodisce l’arma con attenzione per prevenire che altre persone non autorizzate ne vengano in possesso può essere punito con l’arresto fino a un anno.

È complicato capire quante siano effettivamente le armi in Italia perché le denunce di possesso sono fatte a livello di questura o addirittura di singola stazione dei Carabinieri. È più semplice capire quante sono le persone “armate”, cioè quante sono le licenze rilasciate dallo Stato. Secondo i dati del ministero dell’Interno, nel 2021 le licenze valide erano 1.222.537 di cui 12.346 per difesa personale (arma corta), 222 per difesa personale (arma lunga), 543.803 per tiro a volo, 631.304 per la caccia, 33.713 per guardie giurate (arma corta) e 1.149 sempre per guardie giurate, ma con arma lunga.

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