La più famosa nave svedese ha bisogno di sostegno

Al Vasa, il galeone seicentesco recuperato dal fondo del porto di Stoccolma, serve una nuova struttura d'acciaio per non collassare

Il vascello seicentesco Vasa all'interno del Vasa Museet di Stoccolma
Il vascello Vasa nel museo dedicato a Stoccolma, in Svezia, nel 2020 (EPA/Stina Stjernkvist, ANSA)
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Una delle principali attrazioni turistiche della Svezia è una grande nave da guerra del Seicento che affondò subito dopo essere stata varata, avendo navigato per meno di un chilometro e mezzo, e che fu recuperata dal fondo del porto di Stoccolma nel 1961. Da allora il galeone Vasa è esposto al pubblico, e dal 1988 si trova in una struttura dedicata sull’isola di Djurgården, che ospita una serie di musei e un parco divertimenti della capitale svedese.

Ogni anno il Vasamuseet viene visitato da più di un milione di persone e le visite continueranno anche nel corso del 2024 nonostante l’avvio di una grande operazione di restauro per evitarne il collasso. Il legno della nave infatti è deteriorato dall’età e dalle sostanze inquinanti acide assorbite quando si trovava in mare e presenta numerose crepe. Risente anche della struttura di metallo realizzata per sostenere il galeone negli anni Sessanta: è troppo pesante, esercita una pressione eccessiva sulla nave e la sta deformando, e col tempo rischia di distruggerla.

Per questo i conservatori del vascello vogliono sostituirla con un nuovo scheletro e un nuovo sostegno di acciaio, più idonei a preservare il Vasa a lungo termine.

Il Vasa venne costruito tra il 1625 e il 1628 per volere di Gustavo II Adolfo di Svezia, re dal 1611. Era un sovrano con politiche di espansione militare molto ambiziose che, tra le altre cose, voleva che il proprio paese avesse una flotta militare potente. Per questo commissionò la costruzione di cinque grandi vascelli: il Vasa – il cui nome fa riferimento al casato del re – avrebbe dovuto essere l’ammiraglia, la nave più grande. Aveva una lunghezza complessiva di 69 metri ed era larga 11,7; poteva trasportare fino a trecento soldati.

Il galeone Vasa e una sua riproduzione in scala ridotta all'interno del Vasa Museet di Stoccolma

All’interno del Vasamuseet nel 2020 (EPA/Stina Stjernkvist, ANSA)

La domenica del 10 agosto 1628 a Stoccolma si svolse il primo e ultimo viaggio del galeone. Poche settimane prima, durante una prova effettuata dall’ammiraglio Klaus Fleming, vennero riscontrati seri problemi di stabilità, ma il re insistette affinché il vascello fosse inaugurato senza ulteriori ritardi dopo che la costruzione aveva richiesto più tempo del previsto.

Poco dopo aver iniziato la navigazione, il vento fece inclinare il vascello che imbarcò acqua dai portelli dei cannoni, che erano aperti: la massa d’acqua piegò ulteriormente il Vasa che si inabissò ad appena 120 metri dalla costa e dopo meno di un chilometro e mezzo di viaggio. Morirono almeno cinquanta delle cento persone a bordo.

Per 333 anni il Vasa rimase sul fondale del porto di Stoccolma. Negli anni Cinquanta fu localizzata la sua posizione precisa e la Marina svedese decise di recuperarlo. Per farlo vennero scavati sei tunnel al di sotto dello scafo, grazie al lavoro di circa 1.300 sommozzatori: nei tunnel poi furono fatti passare dei cavi di acciaio collegati a due piattaforme in superficie. Tramite questa struttura e una serie di operazioni delicate il galeone fu spostato e poi riportato in superficie nel 1961.

Oggi il Vasa è la nave del Seicento meglio conservata al mondo. È stato stimato che i lavori per dotarla di una nuova struttura di sostegno, che inizieranno in primavera, dureranno quattro anni: si spera di completarli entro il 2028, in tempo per le celebrazioni per i 400 anni del galeone.

Complessivamente dovrebbero costare 150 milioni di corone svedesi, cioè circa 13,6 milioni di euro. Parte della difficoltà del progetto è approntare la nuova struttura di sostegno e rimuovere quella vecchia tenendo la nave completamente ferma e consentendo il proseguimento delle visite al Vasamuseet. Mantenerlo aperto è importante anche perché l’istituzione si sostiene da sola attraverso la vendita dei biglietti e le donazioni che riceve, senza finanziamenti statali. Per la stessa ragione per portare avanti i lavori sta chiedendo un aiuto economico ad aziende e cittadini svedesi attraverso una raccolta fondi.

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