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  • Giovedì 23 novembre 2023

Meloni fa la gnorri sul suo passato antieuropeista

In Senato ha detto di non ricordarsi di aver detto che l'Italia sarebbe dovuta uscire dall'euro, uno dei principali argomenti del suo partito fino a qualche anno fa

(ANSA/ETTORE FERRARI)
(ANSA/ETTORE FERRARI)

Giovedì durante una seduta al Senato convocata per un question time, uno di quei momenti in cui i parlamentari rivolgono domande al governo su questioni specifiche, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di non ricordarsi di aver mai sostenuto che l’Italia dovesse uscire dall’euro. L’affermazione è stata ripresa e sta circolando online perché fino a pochi anni fa, prima che andasse al governo, Fratelli d’Italia e la stessa Meloni avevano sostenuto questa posizione in varie occasioni, e anche all’interno del programma per le elezioni europee del 2014.

Meloni ha detto questa frase in risposta a un’interrogazione dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, di Italia Viva, che le ha fatto notare come durante un recente incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz avesse mostrato un atteggiamento verso l’Unione Europea molto incoerente rispetto a quanto predicato in passato. «Senatore Renzi io le sento dire di aver detto che bisognava uscire dall’euro ma non mi ricordo di aver detto che bisogna uscire dall’euro, mi ricordo che ho detto che l’Italia poteva stare in Europa a testa alta ed è esattamente quello che stiamo facendo», ha risposto Meloni.

Nel programma con cui Fratelli d’Italia si presentò alle elezioni europee del 2014 si diceva che Fratelli d’Italia si sarebbe impegnato «a farsi promotore nel prossimo Parlamento europeo di una Risoluzione comune a tutti i gruppi “eurocritici”, per spingere la Commissione europea a procedere allo scioglimento concordato e controllato dell’Eurozona» e che «l’uscita dall’Euro e dalla gabbia dei suoi vincoli consentirebbe all’Italia di recuperare considerevoli risorse per sostenere investimenti, crescita e occupazione».

Tra il 2012, anno della fondazione di Fratelli d’Italia, e almeno fino al 2019, Meloni aveva impostato la linea politica del partito sul cosiddetto “sovranismo”: un nazionalismo radicale dal punto di vista dell’economia e della politica estera, scettico nei confronti delle grandi organizzazioni internazionali e delle tradizionali alleanze occidentali. Erano gli anni successivi alla crisi finanziaria ed economica cominciata nel 2008, a cui l’estrema destra europea proponeva di reagire, in estrema sintesi, con soluzioni molto conservatrici: oltre a voler uscire dall’euro, Fratelli d’Italia definiva la Commissione europea e la Banca Centrale Europea «comitato d’affari e di usurai», e sosteneva apertamente l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, cioè Brexit.

Negli ultimi anni la posizione di Fratelli d’Italia e di Meloni sull’Europa si è molto ammorbidita come conseguenza di un generale sforzo per apparire una leader più moderata e garantirsi un atteggiamento non ostile dei principali alleati internazionali dell’Italia, ma decisamente in contraddizione con gran parte della sua carriera politica.