L’Arabia Saudita e la Russia hanno detto che proseguiranno i tagli alla loro produzione di petrolio almeno fino alla fine dell’anno

Il principe dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman con il presidente russo Vladimir Putin durante una riunione del G20 nel 2019 (AP Photo / Susan Walsh, File)
Il principe dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman con il presidente russo Vladimir Putin durante una riunione del G20 nel 2019 (AP Photo / Susan Walsh, File)

Domenica l’Arabia Saudita e la Russia, i più importanti esportatori di petrolio al mondo, hanno detto che confermeranno i tagli alla loro produzione di petrolio già avviati quest’anno almeno fino alla fine del 2023. L’obiettivo è evitare un calo del prezzo del petrolio: dopo i tagli estivi, a settembre il prezzo del petrolio era salito a quasi 98 dollari al barile, per poi scendere di nuovo agli 85 dollari al barile venerdì scorso.

L’OPEC+, la più ampia organizzazione di paesi produttori di petrolio al mondo, di cui l’Arabia Saudita è di fatto leader, sta diminuendo la produzione dall’inizio dell’anno in quella che dice essere un’azione preventiva per mantenere la stabilità del mercato ed evitare un ulteriore calo del prezzo del petrolio. L’Arabia Saudita ha detto che continuerà a produrre 1 milione di barili al giorno in meno rispetto al 2022, producendone quindi circa 9 milioni al giorno fino alla fine dell’anno.

Anche la Russia ha diffuso un comunicato in cui dice di aver rinnovato la decisione di ridurre di 300mila barili al giorno la sua esportazione di petrolio fino a fine dicembre. A settembre la Russia aveva interrotto la maggior parte delle proprie esportazioni di benzina e gasolio anche per fare pressioni sui paesi occidentali e indurli a eliminare alcune sanzioni imposte dopo l’invasione in Ucraina.