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  • Giovedì 26 ottobre 2023

In Sudan i paramilitari delle RSF dicono di aver preso la città di Nyala

È la seconda più grande del paese e l'annuncio arriva dopo un accordo sulla ripresa dei negoziati di pace con l'esercito

(Rapid Support Forces/Twitter)
(Rapid Support Forces/Twitter)
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Giovedì le Rapid Support Forces (RSF), il gruppo paramilitare sudanese impegnato da aprile in una guerra civile contro l’esercito regolare del Sudan, hanno annunciato di aver preso il controllo di Nyala, capitale della provincia del Darfur Meridionale e seconda città più grande del paese. Le RSF hanno detto di aver preso il controllo della base principale dell’esercito nella città e di essersi impossessati delle attrezzature militari. Hanno diffuso dei video che mostrano alcuni paramilitari festeggiare l’occupazione della città sparando colpi d’arma da fuoco verso l’alto, ma che vanno presi con cautela come tutte le comunicazioni che arrivano dalle RSF.

L’occupazione di Nyala potrebbe avere un impatto significativo nei rapporti di forza tra esercito e paramilitari. Giovedì tra l’altro l’esercito aveva fatto sapere di aver accettato l’invito di Arabia Saudita e Stati Uniti per riprendere i negoziati di pace con le RSF. Anche le RSF avevano detto di aver accettato l’invito. Secondo gli accordi i negoziati si svolgeranno a Gedda, in Arabia Saudita, ma non è chiaro quando inizieranno di preciso.

Al momento non ci sono molte notizie verificate dai media internazionali su quello che sta succedendo a Nyala. Nelle ultime settimane i combattimenti e i bombardamenti in città si erano intensificati causando decine di morti e feriti, distruggendo edifici e interrompendo i servizi essenziali. Anche le comunicazioni sono rese difficili dai blackout.

Emergency ha fatto sapere che mercoledì le RSF sono entrate nell’ospedale pediatrico di Nyala (che da aprile è gestito solo da medici e infermieri locali ed è stato convertito per poter assistere le persone ferite durante gli scontri) e hanno sequestrato tutto il personale. Emergency ha scritto che l’ospedale era rimasto attivo nelle ultime tre settimane nonostante gli scontri tra esercito e paramilitari si fossero intensificati, ma che da martedì la situazione è peggiorata. Hanno perso i contatti con il personale dell’ospedale e le poche informazioni che hanno vengono da un video che sta circolando online e che mostra una quindicina di dipendenti dell’ospedale che vengono fatti spostare in fila indiana.

Gli scontri tra esercito e paramilitari in Sudan vanno avanti da più di sei mesi: l’esercito è comandato dal presidente del paese, il generale Abdel Fattah al Burhan, mentre i paramilitari dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti, che è anche l’ex vicepresidente. In questi mesi ci sono stati diversi tentativi di tregua, ma è sempre stata violata, da una parte o dall’altra.

Tag: sudan