Gennaro Sangiuliano contro il suo sottosegretario, Vittorio Sgarbi

Il ministro della Cultura ha criticato il critico d'arte per alcune consulenze fatte in concomitanza con il ruolo nel governo, ma non solo

(Foto Mauro Scrobogna/LaPresse)
(Foto Mauro Scrobogna/LaPresse)

Mercoledì il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dato un’intervista al Fatto Quotidiano in cui critica duramente Vittorio Sgarbi, che è sottosegretario proprio del ministero guidato da Sangiuliano. «Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose», ha detto al giornalista del Fatto Thomas Mackinson.

Sangiuliano si riferisce ad alcune attività di consulenza svolte da Sgarbi nel corso del suo mandato da sottosegretario. Martedì infatti Il Fatto Quotidiano aveva pubblicato un’inchiesta a proposito di diverse consulenze fatte da Sgarbi nel settore artistico nel corso del 2023: consulenze che secondo il Fatto sarebbero valse nel complesso circa 300mila euro fatturati da due società, gestite una dal portavoce di Sgarbi, Nino Ippolito, l’altra dalla sua compagna, Sabrina Colle.

Al di là delle questioni di opportunità, c’è una questione legale di fondo: la legge 215 del 2004 contro i conflitti d’interessi regola il comportamento che i titolari di cariche di governo possono seguire e stabilisce una serie di incompatibilità. In quanto sottosegretario, secondo la legge, Sgarbi non potrebbe svolgere nessun altro impiego, pubblico o privato, né «esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite».

Nell’intervista Sangiuliano dice che non può sapere «tutto quello che fa Sgarbi» e poi aggiunge:

Lo vedo una volta ogni tre mesi anche perché, dico la verità, lo tengo a distanza della mia persona, voglio averci a che fare il meno possibile.

Sangiuliano dice anche che la decisione di nominare Sgarbi sottosegretario non è stata sua, e quindi non dovrebbe essere lui a intervenire visto che i sottosegretari li nomina la presidente del Consiglio. Dopodiché racconta tutta una serie di proposte che Sgarbi ha avanzato e che Sangiuliano si è rifiutato anche solo di prendere in considerazione: «Va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni».

Sangiuliano ammette di avere appreso delle consulenze a pagamento leggendo il Fatto martedì, ma allo stesso tempo dice di essersi attivato già venerdì, dunque quattro giorni prima della pubblicazione dell’inchiesta, «per verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge». Secondo Sangiuliano sì, lo è «e infatti appena venerdì ho appreso della questione, ho preso tutte le carte e le ho subito mandate all’Antitrust, che è l’istituzione competente. E questo lo posso dimostrare». L’Antitrust è il nome con cui ci si riferisce spesso all’AGCM, l’Agenzia garante della concorrenza e del mercato, che è l’autorità incaricata di vigilare sulle incompatibilità e sul rispetto dei divieti sanciti dalla legge contro i conflitti d’interessi. Sangiuliano dice che anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata informata.

L’avvocato di Sgarbi, Giampaolo Cicconi, ha diffuso un comunicato in cui dice che «l’attività di conferenziere del sottosegretario alla Cultura, così come la presentazione di libri, mostre e iniziative culturali di enti privati o pubblici, non è mai stata in “conflitto d’interesse” con i suoi compiti istituzionali». Ma Sgarbi stesso è intervenuto in prima persona dando due interviste uscite mercoledì, una sul Resto del Carlino e una su Repubblica, in cui ha detto: «Non posso fare una conferenza? Chi mi impedisce di fare il giurato di Miss Italia? Qualcuno vuole vendicarsi di qualcosa che non so, il Fatto scrive sulla base di una segnalazione anonima fatta da qualcuno che ha violato la mia casella di posta. Sono Sgarbi e sono diventato sottosegretario per questo, non il contrario. Le conferenze su Caravaggio le ho fatte per una vita».

Non è la prima volta che Sangiuliano interviene per criticare il comportamento del suo sottosegretario. Era già successo nel giugno scorso, quando Sgarbi aveva partecipato a un evento pubblico organizzato dal MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, facendo un discorso pieno di battute sessiste. In quel caso Sangiuliano aveva scritto una lettera aperta al direttore del MAXXI, Alessandro Giuli, dicendosi «da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio».