Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di anticipare la fine del 41-bis per Alfredo Cospito

Alfredo Cospito in videocollegamento dal carcere di Sassari il 19 giugno (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Alfredo Cospito in videocollegamento dal carcere di Sassari il 19 giugno (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta dei legali del militante anarchico insurrezionalista Alfredo Cospito per la revoca anticipata del regime 41-bis in carcere a Sassari. La settimana scorsa la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo si era espressa a favore della revoca del provvedimento, che prevede una serie di forti limitazioni, tra cui l’isolamento dagli altri detenuti, la riduzione dell’ora d’aria (solamente due ore sempre in isolamento), la limitazione dei colloqui (solo con familiari, con un vetro divisorio e senza possibilità di contatto fisico), il visto di controllo della posta in entrata e in uscita, la privazione di giornali e libri. Secondo il tribunale, però, non ci sono «elementi concreti che possano giustificare una rivalutazione» e ha definito «non coerenti» le conclusioni della Direzione.

Dal 20 ottobre al 19 aprile, per 182 giorni, Cospito aveva condotto uno sciopero della fame che aveva l’obiettivo di riportare l’attenzione su come vengono applicati in Italia i regimi di detenzione estremi, come il 41-bis, riservati in teoria a persone molto pericolose. Lo scorso 26 giugno la Corte d’assise d’appello di Torino aveva ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per Cospito, già giudicato responsabile di un attentato risalente a 17 anni fa che non provocò né morti né feriti. Per l’attentato alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, Cospito era stato condannato a 20 anni di carcere, ma la procura aveva chiesto di rideterminare il reato di cui era accusato.