Cosa si sa sulla strage nell’ospedale di Gaza
Ci sono molti morti, tra feriti e civili che si erano rifugiati nella struttura: non si sa ancora cosa abbia causato l'esplosione
Martedì sera c’è stata un’esplosione all’ospedale al Ahli, nella città di Gaza, nel parcheggio della struttura. Non è ancora chiaro cosa abbia causato l’esplosione e quante persone siano state uccise. Hamas ha accusato Israele, sostenendo che l’ospedale sia stato colpito in un bombardamento israeliano, mentre Israele ha dato la responsabilità al Jihad Islamico, gruppo radicale della Striscia di Gaza, dicendo che l’esplosione sarebbe stata causata da un razzo lanciato dalla Striscia. Il portavoce del Jihad Islamico ha detto però che il gruppo non ne è responsabile. Gli Stati Uniti, il principale alleato internazionale di Israele, hanno detto che in base alle informazioni attualmente in loro possesso al momento ritengono che Israele non sia responsabile.
Le indagini indipendenti per il momento non sono riuscite a confermare nessuna delle principali ipotesi.
Per quanto riguarda i morti, secondo il ministero della Salute della Striscia (cioè secondo Hamas) sarebbero state uccise 471 persone. È un numero che va preso con cautela, ma se fosse confermato si tratterebbe di uno dei peggiori bombardamenti sul territorio della Striscia di Gaza degli ultimi decenni. Dubbi sul reale numero di morti sono stati sollevati anche da un funzionario di un servizio di intelligence europeo che parlando in forma anonima con l’agenzia di stampa AFP ha detto che non ci sono elementi che facciano pensare a centinaia di morti, e che probabilmente le persone uccise sono tra le 10 e le 50 in tutto.
Attenzione, le immagini sono impressionanti
Sui social network stanno girando molti tentativi di analisi di quello che è successo, basate sui video e sulle immagini disponibili, ma nessuna sembra particolarmente definitiva. Al momento le interpretazioni si dividono fra chi ritiene che l’esplosione sia stata causata da un razzo palestinese che abbia avuto un qualche malfunzionamento, e chi da un missile israeliano. Esiste poi una terza ipotesi, cioè che l’ospedale sia stato colpito dai detriti di un razzo palestinese intercettato da un missile israeliano.
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Martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un comunicato stampa ha negato che l’esercito israeliano avesse bombardato l’ospedale al Ahli, addossando invece la responsabilità a «terroristi barbari di Gaza».
In un video diffuso sui social e verificato da vari media internazionali, tra cui il New York Times, si vede il momento dell’esplosione improvvisa. Il video però non mostra con chiarezza cosa abbia causato l’esplosione, avvenuta alle 18.59 ore locale (le 17.59 in Italia).
The moment the hospital in Gaza was hit by Israeli airstrike pic.twitter.com/OTTdayOGoT
— Ali Hashem علي هاشم (@alihashem_tv) October 17, 2023
Dopo l’esplosione, il ministero della Salute della Striscia ha organizzato una conferenza stampa nel cortile dell’ospedale: alcune foto mostrano un gruppo di dottori che parla al microfono mentre è circondato da corpi stesi a terra, tra grosse chiazze di sangue. Tra i morti si vedono anche alcuni bambini. Diverse immagini pubblicate mercoledì mostrano il cratere nel parcheggio, che gli esperti di armi e balistica stanno descrivendo come insolitamente piccolo, e i danni agli edifici e alle auto circostanti, anche questi apparentemente contenuti per le dimensioni che dai video sembra avere avuto l’esplosione.
Nell’ospedale erano presenti moltissimi civili feriti dai bombardamenti israeliani, in corso dallo scorso 7 ottobre come ritorsione per gli attacchi di Hamas in Israele, oltre a intere famiglie che si erano rifugiate nella struttura per cercare riparo. L’ospedale al Ahli è gestito e finanziato dalla Chiesa anglicana, e non è affiliato né ad Hamas né ad altri gruppi politici locali. Alcuni rappresentanti della Chiesa anglicana di Gerusalemme hanno parlato con BBC e con il Guardian. Il canonico Richard Sewell ha detto che al momento dell’esplosione circa mille sfollati palestinesi si stavano rifugiando nello spazio del parcheggio, mentre il vescovo Hosam Naoum ha parlato di diverse migliaia di persone che avevano trovato rifugio in quei giorni nella struttura.
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Il dottor Ghassan Abu Sittah, che era presente nell’ospedale, ha raccontato al Guardian che l’esplosione è avvenuta mentre si trovava in sala operatoria: «Stavamo operando, di colpo si è sentita una grossa esplosione e il soffitto della stanza è crollato». Anche il medico Ziad Shehadah era nell’ospedale e ha detto ad Al Jazeera: «Molte delle persone presenti erano nell’ospedale perché lo ritenevano un posto sicuro, dovrebbe esserlo per la legge internazionale. Avevano lasciato le loro case perché pensavano fossero pericolose e in un minuto sono morti nell’ospedale».
Mercoledì mattina il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che a causa dell’alto numero di feriti e della mancanza di medicinali alcuni pazienti dell’ospedale colpito sono stati operati dallo staff medico per terra e senza anestesia.
Quello che è successo martedì sera ha provocato molte reazioni internazionali. I ministri degli Esteri della Turchia e dell’Egitto hanno definito l’esplosione un atto «incivile» e una«violazione pericolosa» del diritto umanitario internazionale, mentre il ministro degli Esteri saudita l’ha chiamato «uno spregevole crimine israeliano». Iran, Qatar e Giordania hanno diffuso comunicati simili. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che «il diritto internazionale deve essere rispettato in tutte le situazioni, e non è accettabile colpire un ospedale».
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Mercoledì mattina è arrivato in Israele il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Durante una breve conferenza stampa a Tel Aviv ha commentato anche l’esplosione, dicendo che sulla base di quello che ha visto sembra che sia stata compiuta non da Israele ma «dall’altra squadra», riferendosi ai gruppi radicali palestinesi. Ha aggiunto però che «in molti non ne sono sicuri, quindi dobbiamo risolvere molte questioni».
Dopo la visita a Tel Aviv Biden sarebbe dovuto andare in Giordania per partecipare a un incontro con il re giordano Abdullah II, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, ma questo secondo incontro è stato cancellato dopo l’esplosione all’ospedale.
Sempre martedì sera, in seguito all’esplosione, sono cominciate nuove grosse proteste contro Israele sia in Cisgiordania sia in altri paesi a maggioranza musulmana. In alcuni casi i manifestanti hanno provato ad assaltare le ambasciate occidentali, per esempio in Turchia, in Giordania e in Libano.
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