È stata avviata un’indagine per capire se c’è stato un sabotaggio in un gasdotto tra la Finlandia e l’Estonia

Una struttura del Balticconnector (Mikko Stig/Lehtikuva via AP)
Una struttura del Balticconnector (Mikko Stig/Lehtikuva via AP)

Martedì pomeriggio il presidente della Finlandia Sauli Niinistö ha detto che è stata avviata un’indagine sulla perdita che si è verificata domenica in un gasdotto che attraversa il mar Baltico collegando la Finlandia e l’Estonia: secondo alcune fonti anonime ascoltate da Bloomberg, l’ipotesi è che la perdita sia stata causata da un sabotaggio. Al momento non ci sono altre informazioni, ma secondo una fonte del tabloid finlandese Iltalehti, anche in questo caso anonima, il governo sospetta che il sabotaggio sia stato compiuto dalla Russia.

La Russia aveva interrotto le forniture di gas alla Finlandia nel maggio del 2022, pochi giorni dopo la richiesta finlandese di aderire alla NATO, l’alleanza militare che comprende una parte dei paesi occidentali. Il governo russo ha detto in più occasioni di considerare l’espansione della NATO una minaccia alla propria sovranità nazionale: il sabotaggio del gasdotto potrebbe essere stato un atto di ritorsione, come del resto l’interruzione delle forniture del gas. È dall’inizio della guerra in Ucraina che la Russia le utilizza come arma per esercitare pressioni e ottenere concessioni a suo favore, per esempio un allentamento delle sanzioni.

Il gasdotto danneggiato si chiama Balticconnector, è bidirezionale e collega Finlandia ed Estonia attraversando il golfo di Finlandia, nel mar Baltico. La perdita è stata notata per via di un netto calo di pressione all’interno del gasdotto: secondo i sismologi locali non ci sono state attività sismiche che abbiano potuto provocare danni alla struttura, e la presenza di un buco è stata quindi ritenuta l’ipotesi più probabile.