L’esortazione apostolica di papa Francesco sul cambiamento climatico

In “Laudate Deum” si dice preoccupato che ci si stia avvicinando a un «punto di rottura» sulla crisi climatica, e cita la COP28

(AP Photo/Andrew Medichini)
(AP Photo/Andrew Medichini)

Il 4 ottobre papa Francesco ha pubblicato un’esortazione apostolica, cioè un documento ufficiale che contiene un invito rivolto a tutti i credenti cattolici, intitolata Laudate Deum, cioè “lodate il signore”. Ha come tema principale l’ambiente, e richiama direttamente l’enciclica del 2015 Laudato si’, sempre di papa Francesco, anch’essa riguardante le questioni ambientali.

Negli otto anni passati dall’uscita dell’enciclica Laudato si’, secondo papa Francesco si è fatto troppo poco per affrontare la situazione. Nell’apertura dell’esortazione dice:

Con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura.

Un’ampia sezione dell’esortazione è dedicata alla confutazione delle tesi negazioniste del cambiamento climatico: per farlo, il Papa riporta molti dati e cita vari studi scientifici, fra cui le relazioni del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, prima di dedicarsi all’analisi di tesi teologiche e dottrinali. E si rivolge con toni piuttosto accesi a quelle componenti della Chiesa e della società più restie a riconoscere l’urgenza di affrontare il problema: «Purtroppo, la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili», scrive il Papa. «Sono costretto a fare queste precisazioni, che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della chiesa cattolica».

L’esortazione è stata pubblicata anche in vista della COP28, l’annuale conferenza sul clima organizzata dall’ONU che si terrà a Dubai fra il 30 novembre e il 12 dicembre, a cui si fa esplicitamente riferimento nel testo. Alla conferenza, in cui i vari paesi del mondo cercheranno di accordarsi per trovare un modo per affrontare i cambiamenti climatici, è prevista anche una riunione dei leader religiosi mondiali. Papa Francesco si augura che alla conferenza vengano presi «impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente», e che sia «un punto di svolta» nelle politiche climatiche.

Fra le altre cose ha suscitato una certa sorpresa, fra gli esperti, anche una citazione alla filosofa e scrittrice Donna Haraway. È un fatto piuttosto raro, se non unico, che il Papa citi una donna in un documento ufficiale, ma la sorpresa è dovuta anche al fatto che Haraway scrive di filosofia della scienza, teoria femminista e identità di genere, argomenti che di solito non associamo a quelli di cui si occupa un papa. Il passo in cui viene citata Haraway è questo: «Dio ci ha uniti a tutte le sue creature. Eppure, il paradigma tecnocratico può isolarci da ciò che ci circonda e ci inganna facendoci dimenticare che il mondo intero è una “zona di contatto”».

Il documento è stato pubblicato durante l’ultimo Sinodo, l’assemblea generale del mondo cattolico, che ha iniziato la sua fase conclusiva il 4 ottobre. A questo Sinodo è prevista la discussione di grandi cambiamenti nell’ordinamento della Chiesa, e per la prima volta vi parteciperanno anche donne e laici. In realtà non è ancora chiaro se si riuscirà a trovare un accordo fra l’ala conservatrice e quella progressista della Chiesa (papa Francesco è vicino a quest’ultima) e se ci saranno cambiamenti concreti nelle pratiche della Chiesa.

Il documento preparatorio dell’incontro, elaborato nel corso di due anni, si chiede in maniera molto esplicita come includere nella vita della Chiesa alcune persone che finora sono state tenute ai margini, come i divorziati e le persone LGBTQ+. Nel documento si ipotizza anche l’ammissione delle donne a una forma di sacerdozio, e la possibilità che i sacerdoti siano sposati, come già avviene in altre Chiese cristiane. L’ala progressista è a favore di tutti questi cambiamenti, mentre l’ala conservatrice è tendenzialmente contraria.