La giornalista russa che aveva protestato in tv contro l’invasione dell’Ucraina è stata condannata in contumacia a 8 anni e 6 mesi di carcere

 (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
(AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Mercoledì un tribunale russo ha condannato a otto anni e sei mesi di carcere Marina Ovsyannikova, la giornalista che a marzo del 2022 aveva protestato in diretta televisiva contro l’invasione russa dell’Ucraina, per aver «diffuso volontariamente informazioni false sulle forze armate russe».

Ovsyannikova ha 45 anni e lavorava da anni come giornalista per il canale televisivo Russia 1. Il 14 marzo del 2022, circa tre settimane dopo l’inizio della guerra in Ucraina, intervenne durante una trasmissione per mostrare un cartello con scritto, in russo e in inglese: «No alla guerra, stop alla guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo». Fu arrestata il giorno successivo, e rilasciata poco dopo.

Le accuse per cui è stata condannata sono relative a una protesta del luglio del 2022, quando Ovsyannikova aveva mostrato vicino alla sede del governo russo alcuni cartelli in cui aveva definito il presidente Vladimir Putin un «assassino» e i suoi soldati dei «fascisti». Ovsyannikova era stata arrestata nuovamente ad agosto, ma a ottobre dello stesso anno era fuggita in Francia insieme alla figlia: il processo contro di lei si è svolto infatti in contumacia.