• Italia
  • Mercoledì 4 ottobre 2023

Altri quattro vigili sono indagati per il pestaggio della donna trans a Milano

Era avvenuto lo scorso maggio, i reati ipotizzati dalla procura sono lesioni aggravate, falso in atto pubblico e abuso di autorità

(RobVil/Twitter)
(RobVil/Twitter)

La procura di Milano ha concluso le indagini preliminari sul pestaggio della donna trans da parte di tre agenti della polizia locale di Milano, avvenuto lo scorso 24 maggio di fronte all’università Bocconi. I video del pestaggio erano circolati sui social network, pubblicati da alcuni studenti, e avevano ricevuto molta attenzione da giornali e commentatori, visto che la donna era apparentemente inerme mentre veniva picchiata. Oltre ai tre agenti mostrati nel video, che già erano indagati per lesioni aggravate dall’abuso della funzione pubblica e due di loro anche per falso in atto pubblico, adesso anche altri quattro agenti di polizia sono indagati: due di loro per falso in atto pubblico e tre per abuso di autorità. I reati riguarderebbero il verbale dell’arresto della donna e le condizioni in cui è stata rilasciata.

Nei video girati la mattina del 24 maggio, si vedono quattro agenti della polizia locale che immobilizzano la donna, fermata poco prima, e uno di loro che la colpisce ripetutamente con il manganello (quello in dotazione ai vigili, che è più precisamente un bastone morbido) e con un calcio. Sulla donna viene apparentemente usato anche dello spray urticante.

La donna era stata inizialmente fermata davanti al parco Trotter, nella parte nord di Milano, in seguito alla segnalazione di «schiamazzi», e caricata in macchina dagli agenti. Ma secondo quanto ha raccontato lei stessa al Corriere della Sera, poiché stava prendendo a testate il plexiglas che divide i sedili anteriori da quelli posteriori della macchina della polizia, era stata fatta scendere dall’auto per essere picchiata in via Sarfatti, davanti all’Università Bocconi, in un’altra zona di Milano. Lì era avvenuta l’aggressione mostrata dai video. Dopo il pestaggio la donna era stata portata all’ufficio centrale arresti e fermi di via Custodi dove era rimasta per sei ore, pur senza essere mai formalmente arrestata.

Dei quattro agenti che avevano fermato la donna, solo tre sono stati riconosciuti come autori delle violenze e sono da subito stati indagati dalla procura pochi giorni dopo il pestaggio. Tuttavia lunedì si è saputo che le indagini hanno riguardato anche altri quattro agenti, che lavorano nell’ufficio centrale arresti e fermi.

Secondo la procura, quanto emerso dalle indagini non coincide con i verbali sull’arresto della donna e sulla sua permanenza nell’ufficio di via Custodi. Per questo quattro degli agenti sono stati indagati per falso in atto pubblico. A tre dei sette agenti indagati si contesta anche l’abuso di autorità contro arrestati, per via delle condizioni eccessivamente rigide a cui sarebbe stata sottoposta la donna.

Secondo le indagini, nonostante fosse «collaborativa e in condizioni fisiche critiche», la donna sarebbe stata portata direttamente dalla volante della polizia a una camera di sicurezza di via Custodi, dove sarebbe stata lasciata per più di un’ora, seduta con le mani ammanettate dietro la schiena e senza la possibilità di lavarsi il viso, dopo che le era stato spruzzato contro dello spray al peperoncino.

Nel verbale della polizia locale si legge invece come la donna fosse «in evidente stato di agitazione» e rifiutasse di collaborare, e viene sminuita l’entità delle lesioni ricevute durante l’arresto. Secondo le indagini della procura, inoltre, il verbale scritto dalla pattuglia che l’aveva inizialmente arrestata conterrebbe elementi falsi: come il fatto che la donna si fosse spogliata vicino al parco dove è stata fermata, o che «urinasse davanti a tutti», che sbattesse «la testa contro i finestrini dell’auto» o che «durante il tragitto sferrava calci e si dava alla fuga». Non è ancora chiaro come le indagini abbiano stabilito che il verbale sia falso.

La donna è stata a sua volta accusata di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità e ricettazione (aveva con sé una tessera dei trasporti rubata).

– Leggi anche: Cosa sappiamo del pestaggio della donna trans da parte dei vigili di Milano

Tag: milano