Lara Comi è stata condannata per corruzione, fatture false e truffa

L'europarlamentare di Forza Italia era indagata in un presunto giro di tangenti e rimborsi illeciti ai danni dell'Unione Europea

(Roberto Monaldo / LaPresse)
(Roberto Monaldo / LaPresse)
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L’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi è stata condannata in primo grado a 4 anni e 2 mesi di carcere dal tribunale di Milano con le accuse di corruzione, false fatturazioni e truffa. Comi era indagata in un grosso processo per un presunto giro di tangenti che avrebbe coinvolto diversi politici e imprenditori in Lombardia: l’indagine, chiamata “Mensa dei poveri”, nel maggio del 2019 aveva portato a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota Forza Italia Pietro Tatarella.

Comi ha 40 anni e nella sua carriera è stata prima coordinatrice in Lombardia del movimento giovanile di Forza Italia, poi nel 2012 coordinatrice del Popolo della Libertà nella provincia di Varese. È europarlamentare da tre mandati: il primo era cominciato nel 2009, mentre l’ultimo nel novembre del 2022, da prima dei non eletti alle elezioni del 2019, dopo la rinuncia di Silvio Berlusconi al proprio seggio in seguito all’elezione in Senato.

Comi era stata arrestata nel novembre del 2019, inizialmente anche con l’accusa di finanziamento illecito, e messa agli arresti domiciliari poco dopo, ma nel dicembre dello stesso anno il tribunale del riesame aveva revocato le misure cautelari.

Secondo l’accusa Comi avrebbe ottenuto dei rimborsi illeciti durante il primo mandato da europarlamentare, incassando parte del compenso erogato dal Parlamento Europeo a un proprio collaboratore e al proprio addetto stampa, per una truffa ai danni dell’Unione Europea del valore totale di circa 500mila euro.

Su 62 imputati, ne sono stati condannati solo 11: tra gli altri in concorso con Comi sono stati condannati il suo assistente Daniele Aliverti (1 anno e 4 mesi), l’imprenditore Daniele D’Alfonso (6 anni e mezzo di carcere), Giuseppe Zingale, ex direttore generale dell’agenzia per il lavoro AFOL Metropolitana (due anni), l’avvocata Maria Teresa Bergamaschi (6 mesi), e l’ex parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani (1 anno e 1 mese). Sono stati invece assolti l’ex consigliere regionale Fabio Altitonante e l’ex consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella.

La pena è stata sospesa per tutti tranne che per Lara Comi, per cui è stata disposta anche la confisca di 28.7oo euro e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.