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  • Giovedì 28 settembre 2023

La Ryder Cup non è un torneo di golf come gli altri

Sta per iniziare a Roma la prima edizione italiana, con tifo da stadio e sfide tra giocatori europei e statunitensi

Jon Rahm in allenamento al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia (Ross Kinnaird/Getty Images)
Jon Rahm in allenamento al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia (Ross Kinnaird/Getty Images)

La Ryder Cup non è un torneo golfistico come gli altri e non trova analogie nemmeno altrove. È una delle competizioni più antiche e prestigiose dello sport internazionale e per certi aspetti è paragonabile soltanto alla Coppa America della vela, il più antico trofeo dello sport professionistico, assegnato fin dal 1851. La Ryder Cup è più recente —  esiste dal 1927 — ma ha l’unicità di essere una competizione a squadre (cosa già rara per il golf di alto livello) fra una selezione di giocatori europea e una selezione statunitense, ossia le due maggiori scuole golfistiche al mondo.

Ha un’altra particolarità, che però riguarda prettamente il golf. A differenza degli altri grandi tornei, disputati in ambienti esclusivi ed eleganti che rispettano tempi e antiche consuetudini del golf, alla Ryder Cup il tifo è da stadio, i giocatori si muovono tra le buche circondati dai cori di decine di migliaia di tifosi e spesso neanche nei colpi più delicati si rispetta il silenzio, cosa impensabile in altre competizioni.

Quest’anno tutto ciò avverrà a Roma, o meglio al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, un comune distante circa venti chilometri dal centro della capitale. In quasi cent’anni di storia il torneo, che ha cadenza biennale e si alterna tra i due continenti, non si era mai disputato in Italia, motivo per cui c’è molta curiosità di vedere come andrà e quali saranno le conseguenze per il movimento golfistico italiano, che potrebbe beneficiarne a lungo.

I giocatori americani posano davanti alla scalinata di Trinità dei Monti (Naomi Baker/Getty Images)

L’organizzazione della Ryder Cup ha attirato a Roma decine di migliaia di spettatori da tutto il mondo, e se ne sta già parlando da giorni per via di certi disagi che stanno interessando i trasporti e in generale il già problematico traffico romano. Il pubblico complessivo previsto è infatti di quasi 300mila spettatori, con una media di circa 50mila ingressi al circolo per ogni giornata di gare (i biglietti sono esauriti da mesi).

Per ospitare l’evento il comune di Roma, i dirigenti del torneo e il governo programmarono già anni fa una serie di opere pubbliche per migliorare infrastrutture e viabilità, con interventi che hanno riguardato soprattutto la Nomentana e la Tiburtina. Questi investimenti potranno inoltre tornare utili per gli Europei di atletica leggera del 2024 e soprattutto in vista dell’assegnazione dell’Expo del 2030, dato che Roma è fra le città candidate.

Sono stati necessari lavori anche al circolo Marco Simone, costruito intorno a un antico castello che negli anni Settanta fu comprato come abitazione dalla stilista romana Laura Biagiotti, che poi decise di trasformare i prati circostanti in un campo da golf con vista, in lontananza, della cupola di San Pietro. La struttura ha già ospitato diversi tornei di alto livello e ora è gestita da Lavinia Biagiotti Cigna, la figlia della stilista. Per la Ryder Cup il percorso è stato modificato e sono state montate anche delle nuove tribune, già utilizzate per l’Open d’Italia dello scorso maggio.

La cupola di San Pietro e le tribune del Marco Simone (AP Photo/Alessandra Tarantino)

Dopo anni di attesa e preparazione, quindi, la Ryder Cup di Roma è già entrata nel vivo. Durerà complessivamente sei giorni e martedì sono iniziati sia gli allenamenti che alcuni eventi laterali, come la partita fra celebrità a cui hanno partecipato tra gli altri il tennista Novak Djokovic, il pilota di Formula 1 Carlos Sainz e gli ex calciatori Andriy Shevchenko e Gareth Bale. Giovedì pomeriggio è in programma invece la cerimonia di presentazione delle squadre e poi da venerdì inizierà il torneo vero e proprio, che durerà fino a domenica.

Ognuna delle due squadre che partecipano alla sfida è formata da dodici golfisti, i migliori in circolazione, come gli europei Rory McIlroy, Jon Rahm, Tommy Fleetwood e gli americani Brooks Koepka, Justin Thomas e Jordan Spieth. Le squadre sono inoltre guidate da un capitano, solitamente un giocatore esperto avviato alla parte finale della carriera che non prende parte attivamente al torneo, così come i vice-capitani: tra quelli europei ci sono i fratelli Francesco ed Edoardo Molinari, che da giocatori la vinsero nel 2010. Francesco Molinari fece parte delle squadre europee vincitrici anche nel 2012 e nel 2018, edizione in cui fu decisivo.

Gli incontri della Ryder Cup si svolgono con la formula del “match play” in cui il giocatore o la coppia di giocatori in gara guadagnano un punto per ogni buca vinta, cioè conclusa con meno colpi rispetto agli avversari. Il risultato di ciascun incontro si determina al termine del tradizionale percorso di 18 buche, ma la vittoria viene assegnata prima se chi si trova in svantaggio non ha più un numero sufficiente di buche a disposizione per recuperare. L’esito finale sarà poi dato dalla somma delle singole gare.

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