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  • Giovedì 28 settembre 2023

Vent’anni fa l’Italia rimase al buio

Nella notte tra il 27 e il 28 settembre del 2003 un grande blackout interruppe la corrente in quasi tutto il paese e provocò un bel po' di caos

Una chiesa a Roma rimasta senza illuminazione durante il blackout del 28 settembre del 2003 (Franco Origlia/Getty Images)
Una chiesa a Roma rimasta senza illuminazione durante il blackout del 28 settembre del 2003 (Franco Origlia/Getty Images)
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La notte tra il 27 e il 28 settembre del 2003, vent’anni fa, l’Italia si ritrovò improvvisamente senza corrente elettrica. Su quasi tutto il territorio nazionale i lampioni si spensero, i semafori smisero di funzionare e gli ascensori si bloccarono. La luce mancò anche negli ospedali, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. È stato il più grande blackout elettrico italiano, e viene ricordato anche perché avvenne proprio mentre a Roma si stava tenendo la prima “Notte Bianca”, un’iniziativa della città per animare la vita notturna, con negozi e bar aperti in via eccezionale.

I problemi partirono dalla Svizzera. Alle 3:01 di notte una scarica elettrica tra un conduttore e un albero vicino provocò l’interruzione di una linea elettrica che arrivava in Italia. I gestori della rete elettrica svizzera cercarono di risolvere il problema, ma dopo dieci minuti chiesero alla loro controparte italiana di ridurre la richiesta di potenza elettrica di 300 MW.

Era però troppo poco, e la richiesta non indicava l’urgenza dell’intervento: i problemi si estesero presto ad altre linee che trasportavano energia verso l’Italia. Le centrali elettriche andarono fuori servizio, la tensione e la frequenza sulla rete italiana collassarono portando a un blackout che coinvolse tutto il territorio nazionale, tranne la Sardegna e alcune isole minori. Erano le 3:27 di notte.

I centralini della Polizia e dei Carabinieri vennero intasati da chiamate fatte da persone rimaste bloccate negli ascensori, ci furono disagi negli aeroporti e nelle stazioni che in alcuni casi causarono l’interruzione del servizio. Un articolo di Repubblica pubblicato il 28 settembre del 2003 racconta che quando cominciò il blackout all’ospedale Molinette di Torino era in corso un trapianto di fegato, che fu comunque portato a termine grazie all’attivazione dei sistemi di emergenza. All’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli invece alcuni pazienti furono trasferiti per precauzione in altre strutture, e anche a Roma ci furono problemi negli ospedali. A Venezia il blackout provocò l’interruzione temporanea dell’erogazione dell’acqua. Anche gli elettrodomestici smisero di funzionare, tra cui i freezer e i frigoriferi: un articolo del Corriere della Sera del 29 settembre raccomandava di «buttare tutto dopo dodici ore» senza refrigerazione.

Per la “Notte Bianca” romana erano stati organizzati molti eventi in diverse zone della città, tra cui i Musei Capitolini. Negozi, bar e ristoranti erano rimasti aperti in via eccezionale. Secondo Repubblica oltre 500mila persone parteciparono all’evento, e quindi si accorsero immediatamente del blackout mentre presumibilmente la maggior parte della popolazione, a quell’ora, stava dormendo. I disagi più importanti riguardarono il traffico e i trasporti, dato che centinaia di persone rimasero bloccate nella metropolitana.

Roma durante il blackout del 28 settembre del 2003 (Franco Origlia/Getty Images)

Complessivamente, comunque, la situazione rimase gestibile: «Migliaia di persone che affrontano l’oscuramento senza alcun problema per l’ordine pubblico sono una dimostrazione di compostezza esemplare», commentò l’allora sindaco Walter Veltroni.

La corrente fu ripristinata gradualmente a partire dal giorno successivo, il 29 settembre. Al Nord tornò in mattinata, mentre al Centro e al Sud ci volle più tempo. In molte zone tornò nel pomeriggio, mentre in alcune province della Sicilia il ripristino fu completato soltanto alle 22. Oltre che dai giornali italiani, l’evento venne raccontato dai media di mezzo mondo.

Come dicevamo, il blackout fu causato da problemi e malfunzionamenti sulle linee elettriche che collegano l’Italia alla Svizzera. In generale però già nei mesi precedenti erano circolate preoccupazioni sulla tenuta della rete elettrica nazionale a causa dell’eccezionale ondata di calore che nell’estate del 2003 aveva interessato alcuni paesi europei tra cui l’Italia. Le alte temperature causarono infatti un aumento della domanda di energia, per esempio per tenere accesi i condizionatori, e misero in difficoltà la rete. Qualche settimana prima, il 14 agosto del 2003, c’era stato un esteso blackout anche in Nord America: 55 milioni di persone rimasero senza corrente in Canada e in diversi stati americani.

– Leggi anche: Il grande blackout americano del 2003