La società tecnologica Arm si è infine quotata in borsa con l’operazione più grande degli ultimi due anni a Wall Street

L'amministratore delegato di Arm Holdings Rene Haas, al centro, dà il via alla quotazione nella sede del Nasdaq, a New York (AP Photo/Richard Drew)
L'amministratore delegato di Arm Holdings Rene Haas, al centro, dà il via alla quotazione nella sede del Nasdaq, a New York (AP Photo/Richard Drew)

Dopo l’annuncio di fine agosto, giovedì Arm Holdings, tra le più importanti società di chip al mondo, si è quotata in borsa a Wall Street in quella che è stata l’operazione più grande degli ultimi due anni. Con la quotazione è stata messa sul mercato una parte del capitale dell’azienda, che è stata comprata complessivamente per quasi 5 miliardi di dollari: il prezzo iniziale delle azioni era stato fissato a 51 dollari, ma c’è stata grande richiesta e a fine giornata è salito del 25 per cento, a 63 dollari. A questi livelli l’azienda vale complessivamente 68 miliardi di dollari. Il 90 per cento delle azioni resta comunque fuori dal mercato e di proprietà del gruppo finanziario giapponese SoftBank, che aveva comprato l’azienda nel 2016 per 32 miliardi di dollari, meno della metà del valore di oggi.

Arm Holdings è un’azienda importantissima per il settore tecnologico mondiale. È nata nel Regno Unito nel 1990 e dal suo lavoro oggi dipende la gran parte dei microchip montati sugli smartphone, sui tablet e su altri oggetti smart, come i televisori di nuova generazione. SoftBank due anni fa aveva provato a venderla a Nvidia, altra grande società produttrice di microchip: l’operazione era poi stata bloccata dalle autorità per la concorrenza di Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito, perché l’unione di due aziende così importanti del settore avrebbe potuto portare squilibri nel mercato mondiale dei microchip e semiconduttori.

Negli ultimi anni, con la diffusione degli smartphone e degli altri apparecchi connessi, la rilevanza di Arm è cresciuta notevolmente. La sua tecnologia è sempre stata quella predominante nel settore “mobile”, ma recentemente ha acquisito sempre più importanza anche nel settore dei computer, soprattutto da quando Apple ha scelto per i suoi computer la sua tecnologia abbandonando quella della concorrente di Arm, Intel.