Il ministero della Salute ha approvato nuove misure per limitare la circolazione del Covid-19 nei pronto soccorso e nelle RSA

Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. (AP Photo/Andrew Medichini)
Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. (AP Photo/Andrew Medichini)

Il ministero della Salute ha pubblicato una circolare che fornisce nuove indicazioni per l’effettuazioni dei tamponi per chi accede a strutture sanitarie come pronto soccorso o residenze sanitarie assistenziali (RSA), dopo aver esaminato l’attuale andamento della circolazione del Covid-19 in Italia. Nell’ultima settimana a causa del virus sono morte 94 persone e sono stati identificati almeno 21.316 nuovi casi, in aumento del 43,4 per cento rispetto alla settimana precedente.

Le persone che vogliono accedere al Pronto Soccorso ma che hanno sintomi compatibili con il Covid-19 (come tosse, raffreddore, mal di gola, perdita dell’olfatto o del gusto) dovranno sottoporsi a un test diagnostico – sicuramente per il Covid-19, ma idealmente anche per virus influenzali A e B, VRS, adenovirus, bocavirus, coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, metapneumovirus, virus parainfluenzali, rhinovirus ed enterovirus – prima che venga permesso loro l’accesso. Anche per i pazienti che all’anamnesi dichiarano di aver avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid-19 negli ultimi cinque giorni è indicata l’effettuazione di test diagnostici per SARS-CoV-2.

Tutti i pazienti che devono essere ricoverati o trasferiti in strutture assistenziali ad alto rischio, come reparti nei quali sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette e RSA, dovranno sottoporsi a un test, a prescindere dalla presenza o meno di sintomi. Lo stesso vale per gli ospiti che vogliono accedere a queste strutture, a cui viene inoltre raccomandato di evitare la visita in caso di sintomi compatibili con il Covid-19. La circolare aggiunge che «resta ferma la responsabilità e la possibilità da parte del direttore sanitario della struttura o del clinico che ne ravvisi la necessità, di definire ulteriori indicazioni per l’effettuazione dei test e misure di prevenzione e protezione aggiuntive rispetto a quelle riportate».