• Mondo
  • Venerdì 8 settembre 2023

È stata approvata la legge più complicata del governo di Olaf Scholz

Il parlamento tedesco ha votato un'ambiziosa legge per sostituire gradualmente i riscaldamenti a gas con pompe di calore, tra enormi polemiche

Da sinistra: il ministro tedesco delle Finanze Christian Lindner, il cancelliere Olaf Scholz e il ministro dell'Economia e dell'Energia Robert Habeck (Michael Kappeler/dpa via AP)
Da sinistra: il ministro tedesco delle Finanze Christian Lindner, il cancelliere Olaf Scholz e il ministro dell'Economia e dell'Energia Robert Habeck (Michael Kappeler/dpa via AP)
Caricamento player

Venerdì il parlamento tedesco ha approvato una legge che dal 2024 imporrà di installare nei nuovi edifici sistemi alternativi ai tradizionali impianti di riscaldamento a gas, che sono attualmente i più diffusi e inquinanti. La legge prevede che negli edifici di nuova costruzione dovranno essere installati sistemi a pompa di calore, meno inquinante ma anche mediamente più costoso. Più avanti nel tempo anche che chi dovrà sostituire un vecchio impianto potrà farlo solo con quelli a pompa di calore.

È una legge dagli obiettivi molto ambiziosi perché vorrebbe rendere più sostenibili gran parte degli edifici tedeschi. Ma benché siano stati promessi ingenti sussidi per la sostituzione degli impianti, c’è molta preoccupazione tra gli abitanti, che temono di dover affrontare costi elevati per cambiare gli impianti di riscaldamento. Proprio per questo la legge ha avuto un percorso piuttosto complicato, ha diviso l’opinione pubblica, è stata duramente osteggiata dai partiti di opposizione ma anche da una parte consistente dello stesso governo di Olaf Scholz, che ne ha risentito molto in termini di popolarità.

La legge è stata proposta da Robert Habeck, ministro dell’Economia e dell’Energia ed ex leader dei Verdi, uno dei partiti che compongono la maggioranza del governo insieme ai Socialdemocratici e ai Liberali. Il governo aveva dato un’approvazione preliminare della proposta di legge ad aprile e dopo mesi di discussione alla fine la legge è passata in parlamento. Non c’erano dubbi sull’esito della votazione: i voti c’erano e la maggioranza non aveva bisogno di un appoggio esterno per l’approvazione. Nonostante questo il governo ne esce fortemente indebolito, con un gradimento ai minimi e con i partiti avversari in forte crescita nei sondaggi.

Nel dettaglio la legge prevede che negli edifici di nuova costruzione non potranno essere più installati tradizionali impianti di riscaldamento a gas. Gli edifici dovranno essere riscaldati tramite degli impianti a pompa di calore che siano alimentati per il 65 per cento da energia rinnovabile. Sono impianti mediamente più costosi di quelli a gas, ma la legge prevede sia la possibilità di fare prestiti agevolati per acquistarli sia sussidi che dovrebbero proprio rimborsare una quota della spesa per sostituire gli impianti di riscaldamento. Il rimborso varierà a seconda del reddito di chi lo richiede.

Rispetto alla versione originaria della legge sono stati fatti correttivi che prevedono alcune eccezioni e tempistiche più accomodanti: per esempio nelle intenzioni iniziali del governo dal 2024 chiunque avesse dovuto cambiare l’impianto di riscaldamento avrebbe dovuto farlo con uno a pompa di calore.

Lo Spiegel ha calcolato che in un condominio da 6 appartamenti installare una pompa può costare dai 38 ai 78 mila euro: anche con i sussidi chi ha una casa potrebbe ritrovarsi a spendere svariate migliaia di euro. E questi costi colpirebbero moltissime persone: in due case su tre il riscaldamento viene ancora alimentato col gas naturale. Un sondaggio della tv pubblica tedesca indica che circa due terzi dei tedeschi temono che la nuova legge li penalizzerà in maniera insostenibile dal punto di vista economico.

A fronte di costi certamente rilevanti, la legge ha però l’obiettivo di tagliare le emissioni: si stima che il 15 per cento delle emissioni prodotte ogni anno in Germania sia dovuto proprio agli impianti di riscaldamento.

Nell’opinione pubblica ha però prevalso la questione dei costi, mentre è rimasto sotto traccia il beneficio che il paese ne trarrebbe in termini ambientali. Con il risultato che la legge è diventata molto impopolare. Tra i principali oppositori c’è il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha sfruttato l’insoddisfazione generale nei confronti della legge per fare una forte campagna di opposizione contro il governo. Gli esperti politici sostengono che proprio questo posizionamento contro la legge è una delle cause della crescita del partito nei sondaggi.

La legge ha però diviso anche i partiti all’interno del governo, ossia i Socialdemocratici, i Verdi e i Liberali. Una parte dei socialdemocratici e dei liberali erano preoccupati del costo di questa legge, che doveva prevedere ampi sussidi per il cambio degli impianti. Ma anche tra i verdi c’è stata un po’ di perplessità, benché siano la componente più ambientalista del governo, e la riforma è stata reputata in certi casi troppo audace. Per esempio Winfried Kretschmann, primo ministro dei Verdi dello stato di Baden-Württemberg, ha detto al settimanale Zeit che il governo sta andando «troppo veloce» su questi temi, e che in politica ci vuole «pragmatismo».

Questa legge dimostra come la fattibilità politica di una seria azione per il clima sia fortemente condizionata dall’opinione pubblica e soprattutto dalla propaganda dei partiti più populisti. Misure come queste saranno necessarie in futuro se i paesi europei vorranno conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici che l’Unione Europea si è posta. C’è però il rischio che, vedendo il prezzo che ha pagato il governo Scholz in termini politici e di popolarità, gli altri governi siano restii a intraprendere azioni simili.

– Leggi anche: Il governo tedesco di Olaf Scholz prova a ripartire da tre riforme