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  • Mercoledì 6 settembre 2023

Cosa vuole Putin da Kim Jong Un?

I due dovrebbero incontrarsi a settembre e alla Russia interessa soprattutto una cosa: forniture di armi e munizioni per la guerra in Ucraina

Vladimir Putin e Kim Jong Un durante l'incontro del 2019 (Alexei Nikolsky/Sputnik, Kremlin/Pool Photo via AP, File)
Vladimir Putin e Kim Jong Un durante l'incontro del 2019 (Alexei Nikolsky/Sputnik, Kremlin/Pool Photo via AP, File)
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Il leader nordcoreano Kim Jong Un sta programmando entro settembre un viaggio in Russia, dove incontrerà il presidente Vladimir Putin: l’informazione è arrivata questa settimana da fonti dell’intelligence e dell’amministrazione statunitense. L’incontro fra i leader di due nazioni fortemente isolate all’interno della comunità internazionale potrebbe riguardare un possibile rifornimento di armi: il regime di Putin è alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento per aumentare le proprie disponibilità, ora ridotte dal costante uso nella guerra di invasione dell’Ucraina e dalle sanzioni internazionali.

La Corea del Nord potrebbe sfruttare l’occasione per uscire dall’isolamento totale in cui è da anni, e in particolare dopo la pandemia da coronavirus: di fatto il paese mantiene rapporti, peraltro meno costanti di un tempo, solo con la Cina. In cambio di proiettili di artiglieria, razzi e altre munizioni di cui ha una buona disponibilità, potrebbe ottenere aiuti economici, energia e carburanti. Kim Jong Un potrebbe anche chiedere alla Russia collaborazione per lo sviluppo di armi tecnologicamente avanzate, strategiche o nucleari.

Il possibile incontro non è stato commentato né dalla Russia né dalla Corea del Nord ed è considerato preoccupante da molti analisti occidentali: nell’immediato potrebbe garantire alla Russia munizioni da utilizzare contro l’Ucraina, mentre su un piano più generale potrebbe compromettere il piano di sanzioni internazionali con cui da anni la comunità internazionale ha cercato di limitare la pericolosità militare del regime nordcoreano.

L’incontro potrebbe avvenire già la prossima settimana, dopo la chiusura del Forum Economico Orientale che è previsto dal 10 al 13 settembre a Vladivostok, città portuale sulla costa pacifica della Russia a un centinaio di chilometri dal confine con la Corea del Nord: entrambi i leader dovrebbero parteciparvi. È la stessa città dove avvenne un precedente incontro fra Putin e Kim Jong Un, nell’aprile del 2019 dopo il fallimento dei negoziati tra Corea del Nord e Stati Uniti a Hanoi, in Vietnam. Per il dittatore coreano si tratterebbe del primo viaggio all’estero in quattro anni e dopo la pandemia, che ha ulteriormente aumentato l’isolamento del paese e dei suoi cittadini: i confini della Corea del Nord sono rimasti quasi totalmente chiusi al traffico di persone e merci fino a poche settimane fa.

Le fonti statunitensi ritengono che Kim Jong Un potrebbe proseguire il suo viaggio in Russia fino al Cosmodromo di Vostochny, una base di lancio spaziale dove Putin ha già incontrato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko nel 2022, oppure fino a Mosca. L’organizzazione logistica dell’incontro sarà comunque complessa, anche per le note attenzioni alla sicurezza, a un livello quasi paranoico, del dittatore nordcoreano. Secondo quanto rivelato dall’intelligence statunitense ad agosto una delegazione di funzionari nordcoreani avrebbe già viaggiato a Vladivostok e Mosca.

Le basi di questi nuovi rapporti fra Russia e Corea del Nord sarebbero state messe dopo la visita a Pyongyang a luglio del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, in occasione del 70° anniversario della “vittoria nordcoreana” nella guerra con la Corea del Sud (come viene definita dal regime, in realtà nel 1953 ci fu un armistizio a cui non seguì un trattato di pace). Allora Shoigu assistette alla parata militare, propose a Kim Jong Un una maggiore collaborazione militare, anche sotto forma di esercitazioni congiunte, e dichiarò la volontà russa di acquistare armi dalla Corea del Nord.

Kim Jong Un con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu (Korean Central News Agency/Korea News Service via AP)

Il regime di Kim Jong Un non ha mai smesso di produrre armi e di rifornirsene su mercati paralleli negli ultimi settant’anni, investendo nel programma bellico e nucleare la maggior parte delle proprie risorse, anche a costo di affamare e mantenere in terribili condizioni di vita la propria popolazione. Si ritiene che abbia a disposizione una quantità notevole di munizioni, razzi e proiettili d’artiglieria, per lo più copie di quelli di produzione sovietica. La Russia sta utilizzando per la guerra in Ucraina una parte consistente delle proprie riserve di munizioni, che faticano a essere sostituite perché le sanzioni internazionali approvate dalla maggior parte dei paesi produttori vietano il commercio di armi.

Per Kim Jong Un questa potrebbe essere un’occasione per uscire dal totale isolamento internazionale in cui è da decenni, con risvolti positivi anche sull’immagine interna, ma soprattutto potrebbe essere un modo per recuperare cibo, fondi economici e risorse energetiche: ne ha un disperato bisogno e le risoluzioni dell’ONU degli ultimi decenni e in particolare degli ultimi quindici anni hanno reso pressoché impossibile ottenere aiuti o creare relazioni commerciali. Ma il leader nordcoreano potrebbe sfruttare la posizione di forza creata dalle esigenze russe per richiedere aiuto e collaborazione tecnologica per i progetti di armamenti più avanzati o per il programma nucleare.

I due leader a Vladivostok il 25 aprile 2019 (Yuri Kadobnov/Pool Photo via AP, File)

La Russia di Putin fino a oggi si è mostrata sempre piuttosto riluttante a condividere le proprie tecnologie belliche, anche con gli alleati più stretti. Anche se si dovesse limitare ad aiuti economici, finirebbe per finanziare il programma nucleare e bellico nordcoreano, rischiando di compromettere l’intero sistema di sanzioni e risoluzioni internazionali.

Resta da valutare l’entità di questo possibile rifornimento di armi da parte della Corea del Nord: le vie di comunicazione fra i due paesi si riducono a una sola linea ferroviaria che permette il passaggio di un numero limitato di treni. L’intelligence statunitense già lo scorso anno avvertì della possibile cooperazione fra i due paesi, a novembre un funzionario del ministero della Difesa nordcoreano smentì di commerciare armi con la Russia o di volerlo fare in futuro. Secondo il portavoce della Casa Bianca John Kirby invece la cooperazione militare sta già «avanzando attivamente», mentre il consigliere alla Sicurezza Jake Sullivan ha avvertito che «rifornire di armi la Russia non sarebbe senza conseguenze a livello internazionale» per la Corea del Nord.

– Leggi anche: Kim Jong-un o Kim Jong Un?