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  • Venerdì 1 settembre 2023

In Florida una donna ha cercato di ingaggiare online un sicario per uccidere suo figlio 

Su un sito parodistico che già altri avevano preso per vero, candidandosi come sicari o commissionando omicidi 

(AP Photo/John Raoux)
(AP Photo/John Raoux)
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In Florida, negli Stati Uniti, due persone sono state arrestate con l’accusa di aver pianificato l’omicidio di un bambino di tre anni: una delle due persone è la madre del bambino, che avrebbe cercato di ingaggiare un sicario online per uccidere suo figlio, attraverso un sito parodistico che come altre persone in passato aveva preso per vero.

La donna si chiama Jazmin Paez e ha 18 anni. Il sito in cui Paez avrebbe cercato di ingaggiare il potenziale assassino di suo figlio si chiama Rentahitman.com, traducibile più o meno come Affittaunsicario.com: fu aperto nel 2005 per pubblicizzare una start-up di sicurezza informatica, che non fu mai avviata, e fu successivamente trasformato in un sito satirico che appariva come un’agenzia di omicidi su commissione. Bob Innes, il fondatore del sito, ha detto di utilizzare questo sito anche per assistere le forze dell’ordine nell’arresto di persone che pianificano omicidi, facendo sostanzialmente attività di prevenzione: sul sito c’è una sezione dedicata ad alcuni di questi casi.

Secondo quanto contenuto nei documenti dell’indagine, Paez aveva inviato al sito una richiesta estremamente specifica: aveva fornito alcune foto di suo figlio in modo che il potenziale sicario potesse identificarlo più facilmente, dato l’indirizzo del luogo in cui sarebbe stato possibile trovarlo nel giorno in cui avrebbe voluto che fosse ucciso (a casa della nonna, dove stava il bambino in quel periodo), e comunicato una parola d’ordine per il potenziale sicario. Paez si sarebbe inoltre offerta di pagare 3mila dollari per l’omicidio del figlio, sostenendo di voler «ottenere qualcosa una volta per tutte» ed esprimendo la volontà che suo figlio «fosse portato lontano, lontano, lontano e possibilmente ucciso il prima possibile».

Come in altre occasioni simili la specificità della richiesta aveva insospettito Innes, che aveva contattato la polizia, che aveva avviato un’indagine. Paez era stata arrestata lo scorso 18 luglio con l’accusa di istigazione all’omicidio e uso illegale di un dispositivo di comunicazione, e rilasciata su cauzione con l’ordine di non avvicinarsi a suo figlio.

Lunedì scorso è stata arrestata anche la seconda persona legata al caso: Gamaliel Soza, anche lui 18enne, che secondo la polizia avrebbe incoraggiato Paez a uccidere il figlio (non è chiaro che tipo di relazione avessero i due): nei documenti delle indagini ci sono diversi scambi di messaggi tra i due, in cui Soza avrebbe scritto cose come «Il bambino è il problema, spero che tu ti renda conto che tutto quello che voglio è che tu sia libera. Ti ho già detto del bambino, non dovrai fare niente». Anche Soza è stato temporaneamente rilasciato su cauzione, nel suo caso con l’ordine di non avvicinare né contattare nessuno che abbia meno di 18 anni senza una supervisione esterna.

Il caso di Paez non è il primo di questo tipo: lo scorso giugno in Iowa era stata arrestata una donna di 17 anni accusata di aver tentato di far uccidere il figlio piccolo, sempre attraverso lo stesso sito. Ci sono stati anche casi di persone arrestate perché si proponevano come sicari: un caso recente è stato quello di Josiah Garcia, un membro dell’aeronautica militare statunitense che lo scorso aprile è stato arrestato in Tennessee per essersi ripetutamente offerto come sicario, mettendo a disposizione, a pagamento, la propria esperienza militare e la capacità di sparare e uccidere. Sul sito Garcia si era anche reso disponibile a torturare le persone.