Che cos’è e da dove viene il “tranq”

Negli Stati Uniti sta facendo grossi danni un sedativo veterinario usato insieme al fentanyl, tra le cause della crisi sanitaria legata agli oppiodi

Il trattamento di alcune lacerazioni causate dal tranq su una persona tossicodipendente (AP Photo/Matt Rourke, File)
Il trattamento di alcune lacerazioni causate dal tranq su una persona tossicodipendente (AP Photo/Matt Rourke, File)
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A luglio il governo degli Stati Uniti ha annunciato un piano per contrastare la circolazione del “tranq”, una sostanza che negli ultimi mesi ha causato migliaia di morti nel paese comportando un ulteriore peggioramento della crisi sanitaria che prosegue da anni per il consumo di oppiodi. L’annuncio della Casa Bianca è arrivato dopo mesi di articoli e segnalazioni sulla pericolosità della sostanza e soprattutto sulla mancanza di farmaci per contrastarne efficacemente gli effetti, che in molti casi possono rivelarsi mortali.

Il tranq comprende il fentanyl, uno degli oppiodi più noti inizialmente sviluppato come forte antidolorifico (circa cento volte più potente della morfina), e la xilazina, un potente sedativo utilizzato in ambito veterinario. Questa seconda sostanza veniva chiamata informalmente “tranq”, ma da alcuni anni il termine viene impiegato per definire la sua combinazione con il fentanyl. In questa ultima versione, il tranq era stato identificato nei primi anni dopo il Duemila a Porto Rico e in seguito ne era stata riscontrata la presenza molto localizzata in alcune aree degli Stati Uniti e del Canada. Da almeno quattro anni il tranq è presente in praticamente tutti gli Stati Uniti, complice il suo basso costo.

Come farmaco per gli animali, la xilazina può essere acquistata intorno ai 6 dollari al chilogrammo da diversi canali di distribuzione, compresi alcuni siti cinesi. Essendo più economica, la xilazina viene impiegata per “allungare” (o tagliare, come si dice in questi casi) il fentanyl, più costoso e complicato da reperire. Il risultato è che spesso chi acquista sulla strada non ha modo di sapere se stia effettivamente ottenendo il fentanyl oppure il tranq. È comunque difficile trovare la versione non tagliata: secondo la Drug Enforcement Administration (DEA) circa un quarto del fentanyl spacciato negli Stati Uniti contiene della xilazina, ma in alcune grandi città si arriva fino al 90 per cento.

Gli effetti del tranq sono molto forti e sono visibili tra le persone tossicodipendenti. Oltre a causare uno stato di incoscienza come il fentanyl, il tranq ha effetti sui tessuti muscolari soprattutto degli arti: causa profonde lacerazioni, con ferite che non si rimarginano e infezioni che portano a necrosi, rendendo necessaria nei casi più gravi l’amputazione delle parti interessate. Si può inoltre avere una sepsi, una forte risposta immunitaria all’infezione che danneggia i tessuti degli organi e difficile da trattare, soprattutto se non si interviene tempestivamente ai primi sintomi.

Negli ultimi mesi inchieste e servizi trasmessi dalle principali televisioni statunitensi hanno mostrato gli effetti del tranq sulle persone, utilizzando termini come “zombie” per descrivere lo stato di incoscienza in cui rimangono per strada, spesso con ferite infette molto evidenti. L’effetto dopo l’iniezione di una dose è pressoché istantaneo, di conseguenza la maggior parte delle persone rimane sotto gli effetti del tranq per strada. Il risultato è che nei luoghi dove il consumo è più diffuso si vedono persone assenti, accasciate sui marciapiedi o in molti casi in piedi, immobili e con il capo chino.

La mancanza di coscienza può essere molto rischiosa: le persone smettono di respirare o hanno difficoltà a farlo per la posizione che hanno assunto. È un problema comune con l’assunzione degli oppiodi, ma mentre per il fentanyl esistono principi attivi come il naloxone, che se iniettati tempestivamente interrompono l’effetto, nel caso del tranq non esistono sostanze approvate per contrastare l’azione della xilazina. La somministrazione del naloxone può interrompere l’attività del fentanyl, ma ciò non esclude che siano poi necessarie attività di rianimazione a causa della xilazina che continua a fare effetto.

Escluse alcune aree in cui è molto presente, come quella di Philadelphia, la diffusione del tranq è ancora relativamente contenuta rispetto a quella degli altri oppiodi alla base di una delle crisi sanitarie più gravi degli Stati Uniti, con centinaia di morti ogni giorno. Le storie di chi ha sviluppato una dipendenza sono spesso simili tra loro: persone che avevano problemi di salute con dolori cronici cui erano stati prescritti oppiodi e che fanno fatica a smettere di prenderli al termine delle terapie. Non riuscendo a ottenere nuove prescrizioni per questi farmaci, cercano poi strade alternative col mercato nero e lo spaccio, acquistando sostanze di provenienza incerta e potenzialmente ancora più pericolose.

Negli anni sono emerse responsabilità da parte del settore farmaceutico, con condanne e patteggiamenti da parte delle più grandi farmacie e aziende del settore accusate di non avere vigilato a sufficienza o di avere sfruttato la grande diffusione degli oppiodi per aumentare i propri profitti. Il governo degli Stati Uniti ha adottato varie misure per ridurre la circolazione di queste sostanze, ma soprattutto per fornire maggiore assistenza alle persone tossicodipendenti con programmi avviati sia durante i due mandati di Barack Obama sia da quello attuale di Joe Biden, che ha di recente annunciato le nuove attività di contrasto specifiche contro il tranq.

A inizio anno la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia governativa statunitense che tra le altre cose si occupa di farmaci, ha avviato un piano per controllare più severamente le importazioni di xilazina e per assicurarsi che sia impiegata esclusivamente a scopo veterinario. Controllare e limitare le importazioni illegali è però complicato e di conseguenza il governo ha potenziato i piani per fornire assistenza alle persone tossicodipendenti, per ora con esiti alterni. Il nuovo piano di contrasto al tranq prevede di ridurre del 15 per cento le morti dovute a questa sostanza in buona parte degli Stati Uniti entro il 2025, ma per ottenere un risultato di questo tipo sarà necessario sviluppare nuovi farmaci in grado di contrastare efficacemente la xilazina.