La faccia di Robert De Niro
Raccolta di sguardi e smorfie inconfondibili di uno dei volti più espressivi del cinema americano, che oggi compie 80 anni
La faccia di Robert De Niro è stata spesso arrabbiata, nelle decine di film che ha fatto: iraconda come quella di Jake LaMotta in Toro Scatenato, calcolatrice come quella di Vito Corleone nel Padrino – Parte II. Minacciosa, altrettanto spesso, sarcastica, solcata da rughe pronunciate e ghigni inquietanti, come quelli di Max Cady in Cape Fear – Il promontorio della paura, o più malinconica come in C’era una volta in America. Ci ha fatto cose molto diverse, con la sua faccia, nei suoi 80 anni – compiuti oggi – di cui 60 passati a recitare: perfezionando nel tempo la smorfia divertita e un po’ spaventosa che è così immediato, oggi, associare ai suoi connotati unici. È nato a New York, nel Greenwich Village di Manhattan, il 17 agosto 1943, figlio di due artisti, molisano per un quarto. Non ha ancora smesso di mettercela, la faccia: in tanti film poco memorabili, di recente, ma continuando anche a comparire in quelli di Martin Scorsese, l’ultimo dei quali, Killers of the Flower Moon, uscirà nelle sale americane a ottobre. Ha vinto due Oscar, ha fondato un festival cinematografico diventato importante (il Tribeca Film Festival), ha avuto sette figli da quattro donne diverse: l’ultima, Gia Virginia, è nata a maggio.
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