Mancini dice di aver lasciato la Nazionale per colpa di Gravina

Nella prima intervista dopo le sue dimissioni ha attribuito le responsabilità della decisione al cattivo rapporto con il presidente della Federcalcio

(ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
(ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

Roberto Mancini, che domenica ha dato inaspettatamente le dimissioni da allenatore della Nazionale di calcio maschile, ha parlato per la prima volta della sua decisione in un’intervista a Repubblica. Le dimissioni sono arrivate a meno di un anno all’inizio degli Europei, con due partite da disputare a settembre e pochi giorni dopo la sua nomina a responsabile delle Nazionali Under 21 e Under 20: un incarico che ampliava l’influenza di Mancini e che sembrava dargli fiducia nel suo ruolo a lungo termine.

Nell’intervista Mancini ha sostanzialmente attribuito le sue dimissioni a un cattivo rapporto con Gabriele Gravina, il presidente della federazione calcistica italiana, la FIGC. Nell’intervista si è lamentato della recente decisione di Gravina di nominare un nuovo staff, mandando via un suo gruppo di collaboratori storici a cui non avrebbe voluto rinunciare. Di fatto Mancini ha scaricato sul presidente della FIGC tutte le responsabilità della sua decisione: «Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto», ha detto. E ha spiegato che il deterioramento del loro rapporto non è stato improvviso:

È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo.

Mancini ha poi aggiunto di non sentire di aver tradito la Nazionale, cosa di cui molti lo hanno accusato negli ultimi giorni. «Sono sempre stato corretto», ha detto, «quando sono arrivato in azzurro ho rinunciato a opportunità più redditizie, ho fatto una scelta ed è stato il lavoro più importante della mia vita». Ha ammesso che il tempismo delle sue dimissioni non è stato ideale, visti i prossimi impegni della Nazionale, e che avrebbe potuto farlo prima. Ma si è anche lamentato per le molte critiche ricevute dopo la sua decisione: «Non ho fatto niente per essere massacrato così».

In cinque anni da allenatore della Nazionale Mancini ha ottenuto sia grossi successi che grosse delusioni: ha vinto gli Europei nel 2021, ma poi non si è qualificato ai Mondiali del 2022. Ha anche detto che se fosse stato per lui se ne sarebbe andato prima, proprio dopo aver mancato la qualificazione ai Mondiali, ma che la federazione gli chiese di rimanere.

In questi due giorni sono circolate molte voci sulla possibilità che Mancini avesse dato le dimissioni per accettare un incarico assai più redditizio da allenatore della Nazionale di calcio dell’Arabia Saudita, con uno stipendio da decine di milioni di euro l’anno. Negli ultimi mesi le squadre di calcio dell’Arabia Saudita, un paese che finora ha avuto una tradizione calcistica molto modesta, hanno convinto molti giocatori e allenatori importanti a trasferirsi dall’Europa offrendo loro molti soldi. Interrogato direttamente sulla questione, Mancini non ha smentito questa possibilità, ma ha solo precisato che la ragione per cui si è dimesso «è indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò».

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