Il Tar del Lazio deve esprimersi su un verso di Petrarca

Era oggetto di una domanda del concorso per diventare docenti, e la risposta scelta dalla commissione non è quella sostenuta dagli accademici

Carlo Raso / openverse
Carlo Raso / openverse
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Al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio è stato chiesto di esprimersi in merito ad una domanda controversa sulla poesia Chiare, fresche et dolci acque di Petrarca, presente nell’esame scritto del concorso per diventare docente di scuola secondaria a marzo del 2022. Diversi tra i partecipanti al concorso infatti scelsero una risposta considerata sbagliata dalla commissione, ma che viene data come corretta dalla maggior parte dei manuali e dei professori universitari di letteratura e metrica italiana.

I Tar sono organi della giustizia amministrativa, e hanno competenza sui ricorsi contro i concorsi pubblici, come quelli per diventare docenti. È il primo grado di giudizio, mentre gli appelli vengono rivolti al Consiglio di Stato. Se il Tar del Lazio dovesse giudicare incerta la risposta alla domanda, che vale due punti, e quindi annullarla, chi aveva preso 68/100 allo scritto del concorso potrebbe accedere all’orale (per cui serve minimo 70/100) e avere così la possibilità di diventare insegnante di ruolo. A questi concorsi spesso partecipano centinaia di migliaia di persone (nel 2020 sono state presentate più di 430 mila domande per 33 mila posti) e non vengono fatti tutti gli anni.

La domanda in questione riguardava la metrica della celebre poesia Chiare, fresche et dolci acque del Canzoniere di Petrarca e chiedeva quale, fra i quattro versi citati, costituisse l’inizio della sirma (detta anche sìrima), che è la seconda parte di una strofa. Chiare, fresche et dolci acque è una canzone, ossia una composizione poetica composta in settenari o endecasillabi (versi di sette o undici sillabe) divisi in strofe, chiamate stanze, di struttura identica. Ogni stanza è divisa in due parti: la prima, detta “fronte”, e la seconda detta “sirma”. La domanda riguardava la quarta stanza, che è la seguente:

Da’ be’ rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior’ sovra ’l suo grembo;
et ella si sedea
humile in tanta gloria,
coverta già de l’amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch’oro forbito et perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra, et qual su l’onde;
qual con un vago errore
girando parea dir: Qui regna Amore.

Mentre risulta chiaro che la fronte termina al sesto verso, «coverta già de l’amoroso nembo», non è lo stesso per l’inizio della sirma. La maggior parte dei manuali di metrica italiana, come quelli di Pietro Beltrami, professore emerito dell’Università di Pisa, pubblicati dal Mulino, sostiene che la sirma inizi al settimo verso, «Qual fior cadea sul lembo», ma un’altra interpretazione, quella della commissione del concorso, sostanzialmente non condivisa dagli accademici, la fa invece iniziare dall’ottavo verso, «qual su le treccie bionde».

Chi è d’accordo con questa seconda interpretazione sostiene che il settimo verso, detto “chiave”, sia un verso a sé. Nel suo trattato linguistico De vulgari eloquentia, che viene preso come modello da tantissimi poeti, incluso Petrarca, Dante elogia coloro che fanno rimare «la chiusa dell’ultimo verso della prima parte» con «il primo verso della seconda parte», in questo caso «coverta già de l’amoroso nembo. / Qual fior cadea sul lembo». Questo collegamento, chiamato da Dante concatenatio, non viene fatto da tutti i poeti, ed è per questo che alcuni contano il “verso di chiave” come un verso a sé, anche se Dante lo inserisce nella sirma.

I ricorsi presentati non pretendono quindi di decidere qual è la risposta giusta, ma di far riconoscere al ministero dell’Istruzione l’ambiguità del quesito, che quindi non avrebbe dovuto essere incluso in una domanda a risposta multipla per un concorso.

Il Tar si era già espresso a favore dell’annullamento di questa domanda a maggio del 2022 in una fase precedente della causa, ma in vista della prossima udienza, che dovrebbe tenersi il 5 dicembre ed essere quella finale, ha nominato un consulente esterno, un professore ordinario specializzato in metrica della Sapienza di Roma, che si dovrà esprimere in merito. Se l’annullamento della domanda verrà confermato, per coloro che ne avranno diritto sarà organizzata una sessione straordinaria di esami orali.