A chi va l’8 per mille

Le donazioni di parte delle imposte sul reddito vanno soprattutto alla Chiesa cattolica, anche se sempre meno

(Spencer Platt/Getty Images)
(Spencer Platt/Getty Images)
Caricamento player

Anche quest’anno la Chiesa cattolica è il maggiore beneficiario dei fondi relativi all’8 per mille, ed è così praticamente da sempre: secondo i nuovi dati del ministero dell’Economia riceverà oltre un miliardo di euro, ossia il 71 per cento di tutto l’8 per mille devoluto dai contribuenti italiani. Il secondo beneficiario è lo Stato, con 331 milioni di euro (il 23,4 per cento); la terza beneficiaria è la Chiesa evangelica valdese, con 42 milioni di euro (il 3 per cento). Seguono poi altre associazioni religiose a cui vengono donate quote via via più piccole.

L’8 per mille è una parte delle imposte sul reddito a cui lo stato rinuncia per donarla sulla base delle preferenze dei contribuenti: concretamente ogni anno rinuncia a 8 euro su ogni mille versati, per donarli a enti religiosi o per destinarli a esplicite finalità pubbliche, come l’edilizia scolastica o la ricostruzione dopo le calamità naturali. Si decide a chi donare nel momento della dichiarazione dei redditi, ma si può anche non scegliere nulla, e in quel caso l’importo sarà donato in proporzione alle scelte degli altri contribuenti.

La Chiesa cattolica è sempre stata il maggior beneficiario dell’8 per mille, ma da qualche anno la sua quota sta scendendo: nel 2004 riceveva circa l’83 per cento del totale, una quota che è rimasta costante fino al 2015 e che poi ha iniziato gradualmente a scendere. Al contrario è aumentato costantemente il contributo versato allo Stato: in questo caso i contribuenti scelgono una specifica finalità per la donazione tra la lotta alla fame nel mondo, i fondi per le conseguenze delle calamità naturali, l’edilizia scolastica, l’assistenza ai rifugiati o la tutela dei beni culturali.

A scegliere espressamente a chi donare il proprio 8 per mille è solo il 40,5 per cento di tutti i contribuenti: questo significa che oltre la metà dei contribuenti si adegua alle decisioni degli altri. La scelta si fa al momento della dichiarazione dei redditi e della compilazione del cosiddetto modello 730.

Oltre all’8 per mille ci sono anche altre donazioni che si possono fare, il 5 per mille e il 2 per mille. Al contrario dell’8 per mille, nel caso del 5 e del 2 per mille è necessario esprimere una preferenza esplicita per la donazione. In caso contrario lo stato tratterrà tali importi come imposte e non saranno donati. Non sono alternative fra loro, ogni contribuente ogni anno può donare sia l’8, che il 5 e il 2 per mille.

Si può scegliere a chi donare il 5 per mille tra tutte le associazioni che rispondono a certi criteri e operano in certi settori, come il volontariato, la ricerca, la tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Il 2 per mille è invece per i partiti politici o per le associazioni culturali.

– Leggi anche: I redditi in tutti i comuni italiani