Donald Trump ha chiesto che il processo sui documenti riservati trovati nella sua villa venga posticipato a dopo le elezioni presidenziali del 2024

 (AP Photo/John Locher)
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Martedì gli avvocati dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno chiesto che l’inizio del processo sui documenti riservati che erano stati trovati nella sua villa di Mar-a-lago, in Florida, sia posticipato a dopo le elezioni presidenziali del 2024. Inizialmente il tribunale della Florida che dovrà processare Trump aveva fissato per agosto l’inizio del procedimento, ma il procuratore speciale che si sta occupando delle indagini su Trump, Jack Smith, aveva chiesto che venisse rinviato a dicembre. Gli avvocati di Trump sostengono che nessuna delle due date sia accettabile, dato che secondo loro il processo comprometterebbe il corretto svolgimento della campagna elettorale (Trump è il principale candidato alle primarie dei Repubblicani).

Trump era stato incriminato a giugno per il caso dei documenti riservati, per 37 capi d’accusa che riguardano la violazione di sette leggi federali, di cui si è dichiarato non colpevole. L’indagine per cui Trump è stato incriminato era stata avviata a seguito di una richiesta fatta al dipartimento di Giustizia dalla National Archives and Records Administration (NARA), agenzia del governo degli Stati Uniti che si occupa di conservare i documenti governativi e storici più importanti del paese.

Secondo l’agenzia, al termine del proprio mandato presidenziale Trump aveva portato via dalla Casa Bianca svariati documenti governativi – alcuni dei quali indicati come “classificati”, cioè riservati e coperti da vincolo di segretezza e che non possono essere assolutamente divulgati – violando il Presidential Records Act, una legge che impone ai presidenti statunitensi di consegnare ai National Archives tutti i documenti prodotti dalla propria amministrazione.

Trump è stato incriminato anche per un altro caso separato, per un pagamento illegale all’attrice di film porno Stormy Daniels, il cui processo inizierà nel marzo del 2024. Ma l’incriminazione per il caso dei documenti riservati ha tutta un’altra dimensione. Innanzitutto perché Trump è accusato di aver compiuto reati federali, ed è la prima volta nella storia degli Stati Uniti che a un ex presidente vengono rivolte accuse simili. E in secondo luogo perché in questo processo le prove contro Trump sono considerate estremamente solide, anche per via della registrazione di una conversazione in cui Trump aveva di fatto ammesso di aver conservato documenti riservati nella villa in Florida e di essere consapevole del fatto che quei documenti erano riservati e che non avrebbero dovuto essere in suo possesso.