La questione dei contanti di Prigozhin

I media russi sostengono che ne siano stati trovati tantissimi negli uffici del gruppo Wagner: c'è una ragione

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)
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Mentre sabato era in corso la rivolta del gruppo Wagner in Russia, le autorità del paese hanno fatto irruzione nella sede del gruppo di mercenari a San Pietroburgo e in altri uffici legati al capo del gruppo, Yevgeny Prigozhin. All’interno, hanno scritto i media russi, sono stati trovati passaporti probabilmente falsi, lingotti d’oro, armi e soprattutto enormi quantità di denaro contante. I media russi hanno scritto che il contante era così tanto da riempire decine di scatole. Alla fine, pare, il denaro ammontava in tutto a quattro miliardi di rubli (circa 45 milioni di euro).

In Russia la libertà di stampa è praticamente assente e dei media russi non c’è tanto da fidarsi, soprattutto in un momento di crisi in cui l’interesse del regime di Vladimir Putin era di mettere in cattiva luce Prigozhin e la sua organizzazione. Ma che il gruppo Wagner avesse a sua disposizione enormi quantità di denaro è un’informazione credibile (e parzialmente confermata da Prigozhin stesso), anche se ovviamente è impossibile verificare le effettive quantità di contanti.

Da settembre in Russia è aumentato infatti notevolmente l’ammontare del denaro contante in circolazione: rispetto al passato c’è un eccesso di banconote pari a 2.200 miliardi di rubli (circa 24 miliardi di euro). E secondo un’inchiesta di Bloomberg l’aumento della circolazione dei contanti è in parte spiegato da tutti i pagamenti fatti ai militari e in particolare proprio a quelli del gruppo Wagner, che pagava praticamente tutto in contanti: gli stipendi, i risarcimenti alle famiglie dei mercenari uccisi e le spese per i funerali.

Secondo alcune testimonianze raccolte da Bloomberg, per esempio, le famiglie dei mercenari morti ricevevano come risarcimento borse piene zeppe di banconote e spesso veniva detto loro di non depositare il denaro in banca, per evitare di doverne giustificare la provenienza o di doverci pagare le tasse.

Il denaro pagato dal gruppo Wagner a titolo di risarcimento in caso di morte era in media pari a 5 milioni di rubli (circa 60 mila dollari), oltre a eventuali stipendi non riscossi. Recentemente il capo del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin aveva detto che nella battaglia per la conquista della cittadina ucraina di Bakhmut erano morti 20 mila dei suoi uomini: perdite di queste dimensioni avrebbero comportato di per sé risarcimenti per le famiglie per circa 100 miliardi di rubli (poco più di 1 miliardo di euro). Ci sono poi da contare gli stipendi ai combattenti ancora vivi, i soldi per gli armamenti e le operazioni speciali, la logistica e così via.

Evidentemente però i pagamenti del gruppo Wagner non bastano a spiegare per intero l’aumento dei contanti in circolazione. Secondo Bloomberg parte del grande aumento dei contanti è dovuto anche ai pagamenti e alla gestione delle truppe regolari, che sono in numero molto maggiore dei mercenari del gruppo Wagner. Non è però del tutto chiaro in che modo l’esercito faccia uso del contante.

Un’ulteriore spiegazione del forte aumento della circolazione dei contanti in Russia non ha niente a che vedere con l’esercito, ma con una generale percezione di insicurezza di tutto il sistema economico da parte della popolazione russa.

È probabile che la popolazione preferisca avere i soldi in contanti invece che nei conti correnti, nel timore di perdere i propri risparmi e per ovviare a un generale senso di incertezza. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina le banche russe e i conti correnti sono infatti soggetti a un insieme di regole piuttosto stringenti: c’è un controllo dei capitali per non fare uscire denaro dal paese, il governo impone continuamente nuove tasse per finanziare la guerra e in più i contanti servono a pagare le importazioni eludendo le sanzioni occidentali.

Poco prima che iniziasse la guerra c’era stato già un massiccio prelievo di denaro dai conti correnti, segno che la popolazione preferiva tenere i propri risparmi in contanti in vista di una situazione di instabilità. Non si ritiene invece che tra le ragioni ci sia l’evasione fiscale.

Questa tendenza è comunque piuttosto emblematica dei cambiamenti nell’economia della Russia, le cui banche prima della guerra spingevano molto nella fornitura di servizi digitali. Adesso sembra che ampie fasce dell’economia stiano sostanzialmente operando di nascosto, in contanti.