Le indagini su Esselunga per i dipendenti impiegati attraverso le cooperative

La società di supermercati è accusata di sfruttamento dei lavoratori e di frode fiscale, e le sono stati sequestrati 48 milioni di euro

(Claudio Furlan/LaPresse)
(Claudio Furlan/LaPresse)

Giovedì la procura di Milano ha detto di aver sequestrato quasi 48 milioni di euro a Esselunga, la grande società di supermercati presenti nel centro e nel nord Italia, nell’ambito di un’inchiesta per presunta somministrazione illecita di manodopera. Esselunga è accusata cioè di aver sfruttato sistematicamente per anni (dalle informazioni fatte circolare dalla procura non è ancora chiaro quanti) un certo numero di dipendenti, facendoli lavorare per sé attraverso cooperative che offrivano manodopera a prezzi molto concorrenziali grazie a una serie di comportamenti illeciti.

Secondo l’accusa il ricorso alle cooperative avrebbe inoltre permesso a Esselunga di detrarre l’IVA sulle fatture pagate per la manodopera: per questo la società è accusata anche di frode fiscale ai danni dello Stato e ha subito il sequestro preventivo di circa 48 milioni di euro, relativi a fatture del periodo tra il 2016 e il 2022.

Nell’indagine le cooperative in questione sono accusate di omessi versamenti dell’IVA e di aver organizzato un sistema che prevedeva frequenti chiusure dopo brevi periodi di attività, per aggirare i debiti con lo Stato, facendo passare i lavoratori da una cooperativa a un’altra. Tutto questo sarebbe servito a offrire a Esselunga manodopera a basso costo. Secondo l’accusa, i lavoratori erano inquadrati formalmente come dipendenti delle cooperative, ma in sostanza lavoravano con regolarità per Esselunga, che grazie a questo sistema pagava meno di quanto avrebbe pagato assumendoli direttamente e poteva inoltre risparmiare sull’IVA. La procura ha fatto sapere che i comportamenti illeciti contestati a Esselunga sarebbero tuttora in atto.

Nell’ambito delle indagini sono state fatte perquisizioni a Milano, Novara e Bergamo, sia nelle sedi delle società coinvolte che alle persone indagate nell’inchiesta. Oltre a Esselunga sono indagati l’ex direttore finanziario della società, Stefano Ciolli, e l’attuale direttore finanziario Albino Rocca.

Esselunga ha diffuso una nota in cui spiega di essersi «immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività» e afferma la «consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità».